Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti agli Stati Generali: ‘mai più condoni edilizi, investiremo in prevenzione con il Piano Nazionale’
12/11/2014 - Quasi 9 miliardi di euro, 5 provenienti dai fondi di sviluppo e coesione, 2 dal cofinanziamento delle Regioni o dai fondi europei a disposizione delle Regioni, e 2 miliardi recuperati dai fondi per la messa in sicurezza e non ancora spesi.Così Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione #italiasicura di Palazzo Chigi, ha presentato ilPiano nazionale contro il dissesto idrogeologico, nel corso degli Stati Generali contro il dissesto idrogeologico che si sono svolti ieri alla Camera dei Deputati.
Con i 2 miliardi di euro non spesi - ha detto D’Angelis -verranno aperti 654 cantieri entro il 2014, per un totale di 807 milioni di euro, e altri 659 nei primi mesi del 2015, per un valore di 1 miliardo e 96 milioni di euro. Sono invece 1.732 i cantieri già aperti, per un valore di 1,6 miliardi di euro.
Il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico “è il nostro new deal” - ha spiegato D’Angelis - perché non è più possibile continuare a contare le vittime ogni volta che piove, e perché la politica “ha le sue responsabilità: ha spesso eluso il problema, illuso, promesso, condannato, sottovalutato e pianto lacrime di coccodrillo”.
“Il Governo è pronto a mettere a disposizione le risorse. Ma serve anche una rivoluzione culturale: in questo Paese non ci saranno mai più condoni edilizi, perché sono dei tentati omicidi alla tutela del territorio” - ha detto il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
“Ad ogni annuncio di condono - ha aggiunto D’Angelis - è stata una corsa contro il tempo per edificare laddove non era possibile: basta guardare alle aree golenali di un tempo diventati oggi aree urbanizzate. E basta vedere una delle ultime alluvioni, quella del Gargano: i carabinieri e la forestale hanno censito 50 edifici illegali, costruiti nell’alveo di corsi d’acqua e canali di scolo. Ma l’acqua e il fiume si riprendono i loro spazi”.
“Lo Stato c’è, il clima è cambiato - ha assicurato D’Angelis. Il Governo è intenzionato a spalare il fango della cattiva gestione dei territori e delle cose non fatte. Oggi ci sono le condizioni per aprire i cantieri in totale trasparenza e lavorare nei tempi previsti, con regole certe”.
Infine una proposta: il Ministro Galletti ha ipotizzato unbonus per i privati che vogliono investire nella tutela del territorio, “un bene che ci viene consegnato da gestire per un periodo di tempo e che dobbiamo consegnare ai nostri figli in condizioni migliori di quando ci è stato dato” - ha concluso.
I commenti
“Tenere per cinque anni nel cassetto 2,4 miliardi di risorse già stanziate e mai spese è stata una responsabilità gravissima, ora dobbiamo poterli spendere”. Così il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, intervenuto agli Stati Generali. “È inaccettabile che su 62 miliardi di euro di nuovi fondi strutturali europei 2014-2020 solo l’1,4%, pari a 876 milioni, sia stato destinato alla riduzione del rischio idrogeologico.
“E che dire del fatto che l’Europa non ci consente di investire per opere di prevenzione ma ci dà il via libera per spendere ogni anno fuori Patto di Stabilità ben 3,5 miliardi di euro per riparare i danni?!” - ha aggiunto Buzzetti. “Sono anni che insieme a professionisti e ambientalisti abbiamo segnalato questo stallo e ora diamo atto al Governo di aver iniziato, con l’Unità di missione guidata da Erasmo D’Angelis, a velocizzare la spesa, ma ancora non basta”.
“Siamo dinanzi ad una svolta politica. Finalmente oltre agli investimenti economici si parla anche di investimenti culturali per la prevenzione”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Nel nostro Paese - ha aggiunto Graziano - bisogna ridurre il rischio idraulico e geomorfologico, migliorare la qualità delle acque, rinaturalizzare le sponde dei fiumi e curare la manutenzione del territorio”.
Quanto sta accadendo in queste ore in Italia dimostra che le cause del dissesto idrogeologico non risiedono soltanto nei cambiamenti climatici, ma soprattutto nello stato di grave malattia in cui versa il territorio italiano, che in dispregio alla sua straordinaria bellezza, stiamo lasciando morire per incuria, senza neanche tentarne la cura” - ha concluso il presidente dei Geologi.
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