martedì 29 aprile 2014

Permesso di costruire e Scia, in arrivo modelli unici nazionali

La novità nel prossimo Consiglio dei Ministri. Seguirà un regolamento edilizio standard valido per tutti i Comuni http://www.edilportale.com/news/2014/04/normativa/permesso-di-costruire-e-scia-in-arrivo-modelli-unici-nazionali_39199_15.html

29/04/2014 - Un modello standard nazionale per la richiesta del permesso di costruire e la presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia). È l’obiettivo del ddl di riforma della Pubblica Amministrazione, contenente una serie di misure per la semplificazione del settore edile, che potrebbe approdare nei prossimi giorni in Consiglio dei Ministri.
Il modello standard, che sarà disponibile sia in formato cartaceo che in modalità online, dovrebbe garantire un margine di flessibilità per adattarsi alle diverse norme regionali, costituendo un primo passo verso la semplificazione chiesta da imprese, Regioni ed enti locali.
 
Nei giorni scorsi, la consultazione lanciata dal Ministro per la Semplificazione, Maria Anna Madia, ha mostrato infatti che l’edilizia è il settore col maggior numero di procedure complicate. In testa alla classifica si collocano proprio il permesso di costruire, ma anche la Scia, che spesso è soggetta a diverse interpretazioni da parte dei tecnici comunali:

La procedura più complicata nel mio settore è la burocrazia che vige nell'ambito della presentazione delle pratiche edilizie. Un vero putiferio. Inoltre le norme sono fatte in modo che possono essere interpretate in maniera diversa dall'uno o altro amministratore”. Professionista, Lombardia.

Per imboschire un terreno agricolo si fanno due passaggi al Parco nazionale, uno in provincia per zona SIC, uno all’Ispettorato provinciale delle foreste per il vincolo idrogeologico, uno alla Regione per l'autorizzazione finale. Viva l'anidride carbonica..." Professionista, Puglia.

Ogni Comune della Regione interpreta a proprio modo la classificazione degli interventi urbanistici, nonostante le definizioni appaiano molto simili. Inoltre, a parità di intervento, mi è capitato che ciò che per la legge nazionale è manutenzione straordinaria priva di rilevanza sismica (soggetta a CIL) per un determinato Comune è soggetto a permesso di costruire”. Imprenditore, Lombardia.

L’introduzione del modello standard semplificherebbe quindi la vita agli operatori del settore, che nonostante l'elevato numero di norme hanno pochi riferimenti chiari e spesso non sanno quale sia la corretta procedura da seguire.

Alcune Regioni si stanno già muovendo in questa direzione.In Puglia, ad esempio, è stata uniformata la modulistica di riferimento riguardante permesso di costruire, provvedimento unico autorizzativo, Denuncia di Inizio Attività (Dia), Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia), Comunicazione inizio lavori e Comunicazione di edilizia libera.

Il bisogno di semplificazione è stato avanzato anche dalla Rete delle Professioni Tecniche, (RPT), che lamentando la correlazione tra crisi e complessità normativa ha proposto una legge unitaria delle materie di competenza statale, il superamento del Piano Regolatore Generale (PRG) del 1942 in favore del Piano di Governo del Territorio (PGT) e la sostituzione dei regolamenti edilizi comunali con una norma tecnica nazionale (Leggi Tutto).
 
La creazione di procedure e modelli standard per le autorizzazioni del settore edilizio è considerata di importanza prioritaria dal Governo che, con il Documento di economia e finanza (Def), prevede l’adozione di misure in tal senso entro ottobre 2014.
 
Ma la riforma dell’edilizia e l’iter verso la semplificazione, pensata per rendere più convenienti gli investimenti dei privati, non si ferma qui. Il ddl costituzionale, varato all’inizio di aprile dal Consiglio dei Ministri, prevede infatti che il governo del territorio e le opere strategiche diventino di esclusiva competenza dello Stato. Solo in questo modo i procedimenti per l’approvazione e la realizzazione delle opere avrebbero una durata certa.
 
Si inserisce in quest’ottica il Regolamento Edilizio unico nazionale, che eliminerebbe la moltitudine di autorizzazioni necessarie per il completamento di una infrastruttura, ma soprattutto la sovrapposizione tra i diversi enti interessati. Si tratta, ad ogni modo, di un passo successivo, che potrà essere realizzato solo dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.

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