Da lunedì 30 giugno si dovranno accettare i pagamenti con moneta elettronica, ma non ci saranno multe per chi non si dota subito del Pos
di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2014/06/professione/pos-professionisti-cgia-mestre-coster%C3%A0-in-media-1200-euro-annui_40242_33.html
27/06/2014 - Scatta da lunedì 30 giugno l’obbligo per i professionisti di accettare i pagamenti con moneta elettronica. I professionisti e le imprese, che dovranno quindi dotarsi del POS per consentire ai clienti che ne facciano richiesta di pagare con bancomat o carta di credito, dovranno fronteggiare costi fino a 1200 euro annui.Nonostante sia stato chiarito che chi non si dota del POS non subirà sanzioni, l’onere, introdotto per disincentivare il sommerso e scoraggiare la circolazione del contante, ha suscitato il coro di proteste del mondo delle professioni, che lo considera una vessazione ed un ingiustificato aumento dei costi.
Da più parti, infatti, i professionisti hanno fatto notare che il POS non è l’unico metodo in grado di combattere l’evasione fiscale, perché basta che nel contratto col cliente siano specificate modalità chiare e tracciabili di pagamento, come ad esempio bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario e assegno.
Perché i professionisti devono dotarsi del POS
L’obbligo del Pos è stato previsto dal DL 179/2012(Sviluppo bis), convertito nella Legge 221/2012, ed è stato in seguito disciplinato dal DM 24 gennaio 2014.
Il decreto prevede che l’obbligo di accettare la moneta elettronica si applica ai pagamenti per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro, e vale per tutti i professionisti e le imprese, a prescindere dal fatturato.
Quanto costa l’uso del POS
Secondo una stima della Cgia Mestre, tra canone mensile, canone annuale e percentuale di commissione sull’incasso, un professionista o un’impresa con un ricavo annuo pari a 100 mila euro dovrebbe sostenere una spesa di circa 1200 euro all’anno.
Chi non si dota del POS non paga nessuna multa
Nonostante i professionisti abbiano l’obbligo di accettare i pagamenti con moneta elettronica, chi non si dota del POS entro lunedì non sarà soggetto a nessuna sanzione.
La spiegazione è arrivata dal sottosegretario di Stato all’Economia e alle finanze, Enrico Zanetti, che ha chiarito come le norme sul POS non creino un obbligo giuridico, ma piuttosto un onere, che pesa sul professionista solo se il cliente chiede di pagare il servizio con moneta elettronica. In altre parole, il decreto non crea un obbligo per il professionista, ma dà al cliente una scelta in più sulla forma di pagamento da utilizzare.
Il POS non è un obbligo ma una possibilità per il cliente
In linea con quanto affermato dal sottosegretario Zanetti, il Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI) con la circolare 382/2014 ha affermato che il professionista deve dotarsi del POS solo se è il cliente a chiederlo espressamente.
Per evitare questi inconvenienti, professionista e cliente possono concordare preventivamente e per iscritto le modalità di pagamento.
Si pone sulla stessa lunghezza d’onda anche il parere legale inviato il mese scorso dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC) a tutti i consigli provinciali.
A detta del Cnappc, dato che le norme in vigore non prevedono nessuna sanzione, l’unica azione possibile contro il professionista sarebbe una denuncia alla Guardia di Finanza, che si risolverebbe però dimostrando che è stato adottato un altro sistema di pagamento tracciabile.
La battaglia legale dei professionisti
Ricordiamo che nei mesi scorsi i professionisti hanno intrapreso diverse azioni contro l’obbligo del POS. A marzo il Cnappc ha presentato un ricorso al Tar, che è stato però respinto.
Nello stesso mese il Cni aveva annunciato di voler ricorrere all’Antitrust contro una norma definita “ennesimo regalo alle banche”.
I pareri legali e i chiarimenti arrivati dagli esponenti del Governo hanno ridimensionato la situazione, ma come rilevato dalla Cgia Mestre, l’obbligo di accettare la moneta elettronica continua ad essere vissuto come un fastidio.
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