venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
impianti non soggetti ad AIA procedura semplificiata con autorizzazione unica ambientale
In vigore dal 13 giugno la nuova Autorizzazione Unica Ambientale
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto con le procedure semplificate per Pmi e impianti non soggetti ad AIA
di Paola Mammarella
31/05/2013 - È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dpr 59/2013 (vedere http://www.edilportale.com/normativa/bozza-non-ancora-in-vigore/2012/526/schema-di-decreto-del-presidente-della-repubblica-concernente-regolamento-recante-disciplina-dell-autorizzazione_13960.html) che, con l’introduzione dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), semplifica gli adempimenti gravanti sulle piccole e medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale, consentendo un risparmio annuo pari a 700 milioni di euro. L'Autorizzazione unica ambientale, in base a quanto stabilito dalla Legge 35/2012 (vedere http://www.edilportale.com/normativa/legge-dello-stato/2012/35/conversione-in-legge-con-modificazioni-del-decreto-legge-9-febbraio-2012-n.-5-recante-disposizioni_12146.html) sulla semplificazione e lo sviluppo, prevede una sola autorizzazione per le Pmi e gli impianti che non hanno dimensioni tali da richiedere l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
L’AUA può sostituire fino a sette autorizzazioni. Si tratta dell’autorizzazione sugli scarichi, la comunicazione per l’utilizzo delle acque reflue, l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, la documentazione previsionale di impatto acustico, l’autorizzazione all’uso dei fanghi di depurazione e la comunicazione sullo smaltimento e il recupero dei rifiuti. A discrezione delle Regioni, l’AUA può però ricomprendere anche altre autorizzazioni.
L’AUA va richiesta con un'unica domanda allo Sportello Unico per le Attività Produttive. Il rilascio avviene solitamente entro 90 giorni, ma sono ammessi tempi più lunghi nel caso in cui sia necessaria la convocazione della Conferenza di Servizi. Quando sostituisce i titoli abilitativi per i quali la conclusione del procedimento è fissata in un termine inferiore o pari a 90 giorni, l’autorità competente adotta il provvedimento e lo trasmette immediatamente allo Sportello Unico per le Attività Produttive.
Se invece sostituisce i titoli abilitativi per i quali almeno uno dei termini di conclusione del procedimento è superiore a 90 giorni, lo Sportello Unico per le attività produttive indice entro 30 giorni la conferenza di servizi e l’autorità competente adotta l’Autorizzazione Unica Ambientale entro 120 giorni dal ricevimento della domanda. Nel caso in cui vengano richiesti dei documenti integrativi, l’AUA è rilasciata entro 150 giorni (Leggi Tutto http://www.edilportale.com/news/2013/02/normativa/autorizzazione-unica-ambientale-dal-cdm-s%C3%AC-alle-semplificazioni_31820_15.html ).
La nuova procedura semplificata, che entrerà in vigore il 13 giugno 2013, assicura tempi certi. Decorsi inutilmente i termini per la conclusione dei procedimenti entrano infatti in campo i poteri sostitutivi del Ministero dell’Ambiente. (riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/normativa/in-vigore-dal-13-giugno-la-nuova-autorizzazione-unica-ambientale_33812_15.html
mercoledì 29 maggio 2013
proroga di 1 anno abilitazione installatore e manutentore impianti da fonti rinnovabili conta anche l'esperienza
Rinnovabili, per diventare installatori varrà anche l’esperienza
Una modifica al Decreto Rinnovabili riconosce l’attività già svolta e dà più tempo per i corsi
di Rossella Calabrese 30/05/2013 - Proroga di un anno della scadenza per abilitarsi come installatore e manutentore di impianti da fonti rinnovabili e possibilità di qualificarsi facendo valere l’esperienza lavorativa già svolta. Sono queste le novità contenute nella bozza del decreto-legge di recepimento della Direttiva 2010/31/UE che il Governo sta per emanare. Le misure, contenute nell’articolo 16 della bozza di DL, intervengono su una questione che rischiava di tagliare fuori dal mercato dell’installazione e della manutenzione moltissimi impiantisti.
Ma andiamo con ordine. L’articolo 15 del Dlgs 28/2011, il cosiddetto Decreto Rinnovabili, prevede che per svolgere l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti da fonti rinnovabili (caldaie, caminetti e stufe a biomassa, sistemi fotovoltaici e termici su edifici, sistemi geotermici a bassa entalpia e pompe di calore), è necessario essere in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
a) diploma di laurea in materia tecnica specifica;
b) diploma o qualifica di scuola superiore con specializzazione relativa al settore degli impianti, seguiti da un periodo di inserimento in un’impresa del settore;
c) titolo o attestato di formazione professionale, previo periodo di inserimento in un’impresa del settore.
I suddetti requisiti sono quelli elencati all’articolo 4, comma 1, lettere a), b) e c) del DM 37/2008, ovvero quelli richiesti per installare impianti negli edifici (impianti elettrici, radiotelevisivi, di riscaldamento e climatizzazione, idrici e sanitari, del gas, ascensori e antincendio), estesi dal Dlgs 28/2011 anche a chi installa impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Secondo il Dlgs 28/2011, dal 1° agosto 2013, il titolo o attestato di formazione professionale (lettera c) dovrebbe essere conseguito nell’ambito di un programma di formazione per gli installatori, che le Regioni e Province autonome, entro il 31 dicembre 2012, avrebbero dovuto attivare o erogare attraverso enti di formazione riconosciuti (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2011/04/normativa/impianti-da-fonti-rinnovabili-in-arrivo-i-corsi-per-gli-installatori_22205_15.html). Il nuovo decreto-legge aggiunge un quarto requisito (lettera d) del DM 37/2008) in base al quale potranno svolgere attività di installazione e manutenzione straordinaria anche i soggetti che hanno già lavorato, per almeno 3 anni, alle dipendenze di una impresa abilitata nel ramo degli impianti da fonti rinnovabili.
Tali soggetti dovranno però anche conseguire la qualifica di installatori e manutentori, ma avranno tempo fino al 31 marzo 2014 per iscriversi agli appositi corsi di formazione e fino al 1° agosto 2014 per conseguire il relativo attestato. I corsi di formazione dovranno essere attivati dalle Regioni e Province autonome entro il 31 ottobre 2013.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/rinnovabili-per-diventare-installatori-varr%C3%A0-anche-l-esperienza_33781_27.html
risparmio energetico la modulistica di certificazione in classe G per edifici vecchia costruzione
Bolzano, la modulistica per la certificazione in classe G
L'Agenzia CasaClima certificherà a costi contenuti gli edifici di vecchia costruzione
di Giovanni Carbone 30/05/2013 - La Provincia di Bolzano ha messo a punto un sistema semplificato per la certificazione energetica in classe G dei vecchi edifici. La certificazione degli edifici di vecchia costruzione potrà avvenire tramite la compilazione di un’apposita modulistica (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/02/risparmio-energetico/casaclima-un-protocollo-semplificato-per-gli-edifici-in-classe-g_31605_27.html) che l’Agenzia CasaClima potrà certificare ad un costo contenuto per il cittadino, rispetto ai valori del libero mercato. Ricordiamo che l’entrata in vigore del DM 22 novembre 2012 in materia di certificazione energetica degli edifici ha eliminato possibilità per i proprietari degli edifici energivori di autocertificare la classe G (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2012/12/risparmio-energetico/stop-all-autocertificazione-in-classe-energetica-g.-il-decreto-in-gazzetta_30834_27.html).
“Il problema - ha spiegato il presidente della Provincia, Luis Durnwalder - è che la norma riguarda anche gli edifici di vecchia costruzione non ancora riqualificati dal punto di vista energetico; in casi del genere è pressochè scontato che la classe di appartenenza sia la G, ovvero la più bassa, ma nonostante questa evidenza sarebbe stato necessario rivolgersi a tecnici ed esperti in materia di certificazione energetica”.
“Anche in questo caso è necessaria una certificazione - ha spiegato Durnwalder - ma la può effettuare direttamente l’Agenzia CasaClima; il tutto con una spesa a carico del cittadino di 150 euro, molto inferiore dunque rispetto agli standard del libero mercato”.
“Con tale provvedimento - ha concluso il presidente - garantiamo non solo minori costi, ma anche un carico burocratico decisamente ridotto sia per i proprietari di alloggi, che per la pubblica amministrazione”.
L’efficienza energetica in edilizia è uno degli argomenti chiave dello Smart Village in tour, la mostra-convegno itinerante sulla progettazione e la costruzione di edifici antisismici e ad energia quasi zero organizzata da Edilportale in tutta Italia.
martedì 28 maggio 2013
ristrutturazioni edilizie recupero Irpef 50-55% governo in difficoltà per proroga mancano 400 milioni
Bonus 55% e 50%, per prorogarli di 6 mesi servono 400 milioni di euro
Ricerca CNA-Cresme: dal 1998 al 2012 i due bonus hanno generato un saldo positivo di 17 miliardi di euro per lo Stato
di Rossella Calabrese
28/05/2013 - Per prorogare di sei mesi la detrazione del 55% per la riqualificazione energetica e quella del 50% per le ristrutturazioni servono circa 400 milioni di euro: quasi 100 milioni per il 55% e 300 milioni per il 50%. Lo ha riferito ieri alla Reuters una fonte vicina al Governo, dopo una riunione a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e i ministri di Sviluppo e Infrastrutture, Flavio Zanonato e Maurizio Lupi. Presenti anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, e il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini.
La questione della proroga delle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, e del 50% per le ristrutturazioni edilizie è stata aperta nel Consiglio dei Ministri del 24 maggio scorso, senza però pervenire ad una decisione per mancanza di copertura finanziaria del provvedimento (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/detrazioni-55-e-50-proroga-rinviata-alla-prossima-settimana_33695_27.html).
Nell'incontro di ieri pare che il Governo abbia deciso di portare sul tavolo del prossimo Consiglio dei Ministri (forse venerdì) il decreto-legge che prorogherà fino al 31 dicembre 2013 le due detrazioni.
La bontà del provvedimento sembra confortata dai dati: una Ricerca condotta dal Centro studi della Confederazione Nazionale degli Artigiani (CNA) e dal Cresme ha dimostrato che le due agevolazioni generano un saldo positivo per lo Stato.
“Il dare e avere dello Stato” rispetto agli sconti fiscali per la riqualificazione edilizia è “fortemente positivo”, spiega la CNA. “Fermando le attività al 2012 lo Stato ha un conto economico attualizzato tra il dare e avere positivo per più di 2,3 miliardi di euro”.
L’avanzo, spiega lo studio, emerge anche a livello finanziario: “Tra il 1998 e il 2012 lo Stato italiano ha incassato dall’attività avviata con gli incentivi 49,5 miliardi di euro, a fronte di minor gettito maturato pari a 31,7 miliardi di euro. Il saldo al 2012 è quindi positivo per 17,8 miliardi di euro”.
A questi dati va aggiunto il fatto che gli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica rappresentano, insieme ai lavori all’estero ed alle manutenzioni, “l’unico argine ad una crisi economica che ha assunto ormai dimensioni devastanti: il settore vede il proprio mercato ormai vicino a ridursi al 50% di quello che era nel 2006”.
Considerando poi il crollo verticale degli investimenti nel settore delle costruzioni, dovuto alla crisi economica e finanziaria, la CNA avverte che senza tali incentivi si determinerebbe una proporzionale ulteriore diminuzione delle attività edili, con conseguenti proporzionali diminuzioni delle entrate pubbliche.
Per questi motivi, CNA Costruzioni auspica che le detrazioni vengano prorogate e aggiunge: “non saranno forse da sole sufficienti a determinare il rilancio del settore, ma almeno dovrebbero contribuire ad evitarne la completa destrutturazione”.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/bonus-55-e-50-per-prorogarli-di-6-mesi-servono-400-milioni-di-euro_33741_27.html
mobilitazione nazionale settore edili il 31 maggio richiesta tavolo straordinario al governo
Edili, il 31 maggio mobilitazione nazionale
I sindacati chiedono al Governo un tavolo straordinario di crisi e azioni immediate per la ripresa del settore
di Rossella Calabrese 29/05/2013 - È in programma venerdì 31 maggio la “Giornata nazionale di mobilitazione del settore delle costruzioni”, promossa da Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, per chiedere al Governo un tavolo straordinario di crisi ed interventi immediati che ridiano slancio alla crescita del settore e del Paese. La Giornata si svolgerà in tutte le regioni d’Italia con diverse manifestazioni ed iniziative finalizzate a sollecitare risposte immediate e proposte concrete per far ripartire lo sviluppo del settore secondo un modello sostenibile e di qualità.
Dagli edili sarà lanciato un messaggio forte e chiaro a Palazzo Chigi: “Fate presto - dichiarano i segretari generali Trinci, Pesenti, Schiavella - perché il rischio che stiamo correndo in Italia è la scomparsa di un intero comparto industriale, quello dell’edilizia, mai così in difficoltà nel dopoguerra! In cinque anni di crisi si è registrato il crollo del 30% della produzione, del 20% del fatturato, del 40% degli investimenti pubblici. Sono 550.000 i posti di lavoro persi nelle costruzioni; in edilizia abbiamo assistito alla caduta verticale rispetto al 2008 di tutti i valori: - 400 milioni le ore lavorare, - 2 miliardi la massa salariale”.
Il programma sarà presentato domani dai segretari generali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Massimo Trinci, Domenico Pesenti, Walter Schiavella, che forniranno anche un quadro del settore con dati e cifre che indicano chiaramente quanto il settore abbia perso in termini di quantità e qualità lavorativa.
La manifestazione del 31 maggio si inserisce nel percorso di mobilitazione unitaria confederale CGIL CISL UIL che culminerà con una manifestazione nazionale che si svolgerà il 22 giugno.
(riproduzione riservata)
crollo vendite immobili non residenziali meno 24% nel 2012
Non residenziale: nel 2012 compravendite giù del 24%
Tutti i dati nel Rapporto immobiliare non residenziale 2013 dell’Agenzia delle Entrate e Assilea - 29/05/2013 - Un 2012 con segno negativo per il mercato immobiliare non residenziale. Sono 46.925 le unità immobiliari a destinazione terziaria, commerciale e produttiva scambiate lo scorso anno con un calo del 24%, rispetto all’anno precedente.In particolare, il terziario ha registrato una perdita delle transazioni del 26,1% rispetto al 2011, il commerciale del 24,5% e il settore produttivo del 19,7%. Il dato è in linea con quello relativo al settore residenziale, che, nel 2012, ha registrato un meno 26% di compravendite rispetto al 2011 (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/05/mercati/casa-compravendite-gi%C3%B9-del-257-nel-2012_33498_13.html).Sono alcuni dei dati presentati ieri a Roma nel corso del convegno sul Rapporto immobiliare non residenziale 2013, lo studio realizzato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con l’Associazione italiana delle società di leasing (Assilea).
I partecipanti - I lavori del convegno sono stati introdotti dal Vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, Gabriella Alemanno, e dal Presidente dell’Assilea, Edoardo Bacis. Hanno fatto seguito gli interventi di Gianni Guerrieri, Direttore centrale OMI; Beatrice Tibuzzi, Responsabile Relazioni Istituzionali, Vigilanza, Studi e Statistiche Assilea; Alessandra Agostinelli, Dirigente Direzione Centrale Contabilità Nazionale Istat e Raffaella Pinto, Head of Research CBRE.
Il mercato nelle aree territoriali - Nel 2012, in tutte le aree territoriali, per uffici e negozi si registra una flessione delle compravendite di oltre il 20%. I capannoni mostrano invece cali meno significativi, soprattutto nelle Isole (-1,7%).
Le quotazioni - In discesa, nel 2012, anche le quotazioni medie, che risultano in calo sia per i negozi (-2,1%), sia per gli uffici (-1,6%), sia per i capannoni (-0,9%).
Il valore di scambio - Nel 2012, la stima del valore di scambio delle tipologie uffici, negozi e capannoni ammonta complessivamente a circa 14,5 miliardi di euro, circa 4,4 miliardi di euro in meno rispetto al 2011 (quando si attestava a 18,9 miliardi di euro). Rispetto al 2008, anno di riferimento della prima stima, il calo del fatturato del non residenziale supera il 40%, con oltre 10 miliardi di euro di valore in meno (25,4 miliardi di euro stimati nel 2008).
Il leasing per Assilea - Il settore del leasing immobiliare ha conosciuto nell’ultimo quinquennio una contrazione ancora più pesante rispetto alla flessione del numero delle compravendite non residenziali. Contrariamente a quanto sta avvenendo nel settore strumentale (+2,6%), nel I quadrimestre 2013 il numero dei contratti di leasing immobiliare (costruito e da costruire) continua a decrementare del 17,7%. Tenuto conto che il leasing rappresenta lo strumento “principe” del finanziamento manifatturiero e - in particolare - per le piccole e medie imprese (il 75,4% del portafoglio leasing è rappresentato da PMI), il sistema delle società di leasing intende presentare al Governo - di concerto con Confindustria - delle proposte semplici e concrete per far ripartire, attraverso lo strumento del leasing, l’economia produttiva del nostro Paese.
Fonte: Ufficio stampa Agenzia delle Entrate (riproduzione riservata)
lunedì 27 maggio 2013
pagamento IMU prima rata per fabbricati che non godono sospensione valgono aliquote e detrazioni 2012
Imu, per la prima rata valgono aliquote e detrazioni del 2012
Min Economia: come pagare l’imposta sugli immobili che non godono della sospensione
di Paola Mammarella 28/05/2013 - Per il pagamento della prima rata dell’Imu ci si potrà rifare alle aliquote e alle detrazioni dell’anno scorso. Lo ha comunicato il Dipartimento dell’Economia e delle Finanze, che con la circolare 2/DF ha risposto a diverse richieste di chiarimento. A suscitare i dubbi, si legge nella circolare, è stato un emendamento al DL 35/2013 sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, al momento in Parlamento per affrontare il processo di conversione in legge. L’emendamento prevede che i contribuenti effettuino il pagamento sulla base delle aliquote e delle detrazioni dei dodici mesi dell’anno precedente.
Allo stesso tempo, però il Dl 201/2011 prevede che il versamento sia effettuato entro il 17 giugno tenendo conto delle deliberazioni di approvazione delle aliquote e della detrazione pubblicati nel sito www.finanze.it al 16 maggio di ciascun anno di imposta.
Bisogna poi considerare che il DL 54/2013, in attesa di una complessiva riforma della disciplina dell’imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare, ha stabilito la sospensione del pagamento della prima rata dell’Imu dovuta per l’abitazione principale e le sue pertinenze, gli alloggi di edilizia popolare destinati ad abitazione principale, i terreni agricoli e i fabbricati rurali. La circolare ricorda che sono assimilate alla prima casa anche le case di riposo (a discrezione dei comuni) e la casa coniugale assegnata all’ex coniuge.
Chi non è esentato dal pagamento della prima rata potrà quindi farlo secondo le aliquote e le detrazioni dell’anno precedente. Ferma restando la potestà di accertamento dei Comuni, la circolare ministeriale afferma che le sanzioni non sono irrogate quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria.
Cosa fare quando cambia la situazione degli immobili
Come sottolinea la circolare ministeriale, da un anno all’altro le condizioni degli immobili possono mutare. È un esempio l’immobile che nel 2013 viene destinato ad abitazione principale diversamente dall’anno precedente. In questo caso il versamento della prima rata dell’Imu è sospeso. Viceversa, se l’immobile, nel 2013 non è più adibito ad abitazione principale sarà soggetto ad imposizione e la prima rata dovrà essere calcolata applicando l’aliquota prevista nel 2012.
Le stesse considerazioni valgono nel caso in cui il contribuente possiede un’area fabbricabile che, nel 2013 diventa terreno agricolo o viceversa.
La circolare spiega anche cosa fare quando il contribuente ha acquistato l’immobile nel corso dell’anno precedente e il possesso non si è protratto per dodici mesi.
Se il contribuente ha acquistato un immobile, non destinato ad abitazione principale, il primo ottobre 2012 dovrà calcolare l’IMU dovuta per l’anno 2013 sulla base dell’aliquota dei dodici mesi dell’anno precedente, indipendentemente dalla circostanza che nell’anno 2012 abbia avuto il possesso dell’immobile per soli tre mesi.
Nel caso in cui il contribuente abbia venduto l’immobile il 28 marzo 2013, avendolo posseduto per soli tre mesi al momento del pagamento della prima rata, se pagasse l’imposta sulla base dei dodici mesi precedenti dovrebbe anticipare una somma superiore a quella realmente dovuta per l’anno in corso. Si violerebbe così il D.lgs. 23/2011 in base al quale l’imposta è dovuta per anni solari, proporzionalmente alla quota e ai mesi dell’anno nei quali si è protratto il possesso.
Entro il 17 giugno il contribuente dovrà quindi versare un importo pari ai tre dodicesimi di quello calcolato sulla base dell’aliquota dei dodici mesi dell’anno precedente.
Capannoni
Il versamento della prima rata dell’Imu sui fabbricati classificati nel gruppo catastale D deve essere effettuato tenendo conto del moltiplicatore, fissato a 65, e dell’aliquota vigente nei dodici mesi dell’anno precedente. In sede di versamento della seconda rata, i contribuenti dovranno applicare l’aliquota dello 0,76% o quella eventualmente elevata dai Comuni.
Ricordiamo infatti che la disciplina dell’Imu sugli immobili del gruppo catastale D ha subito vari cambiamenti. Il Dl 201/2011 prevede che, a decorrere dal primo gennaio 2013, il moltiplicatore applicabile per determinare la base imponibile dei fabbricati classificati nel gruppo catastale D, esclusi quelli della categoria catastale D/5, è elevato a 65.
La legge di stabilità per il 2013 prevede che dalla stessa data il gettito derivante da questa categoria di immobili, calcolato secondo l’aliquota standard dello 0,76% sia riservato allo Stato e che i Comuni possono aumentare sino a 0,3 punti percentuali l’aliquota standard.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/normativa/imu-per-la-prima-rata-valgono-aliquote-e-detrazioni-del-2012_33738_15.html
domenica 26 maggio 2013
risparmio ed efficienza energetica Recepita la Direttiva europea ‘Edifici a energia quasi zero’
http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/recepita-la-direttiva-europea-edifici-a-energia-quasi-zero_33697_27.html
I nuovi requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e le regole per la certificazione
di Rossella Calabrese 24/05/2013 - Il Consiglio dei Ministri di oggi ha dato il via libera al Decreto di recepimento della Direttiva europea 2010/31/UE in materia di prestazione energetica nell’edilizia. La Direttiva 2010/31/UE, ricordiamo, impone agli Stati membri di fissare requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurare la certificazione energetica e di disciplinare i controlli sugli impianti di climatizzazione e prevede che, entro il 2021, tutte le nuove costruzioni siano “Edifici a Energia Quasi Zero”.
Sul recepimento della Direttiva 2010/31/UE l’Italia è in forte ritardo (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/01/risparmio-energetico/eeqz-italia-in-forte-ritardo-nel-recepire-la-direttiva-2010-31-ue_31401_27.html) ma il Decreto di attuazione appena approvato dovrebbe scongiurare il rischio di deferimento alla Corte di Giustizia europea.Per recepire la Direttiva 2010/31/UE, il nuovo Decreto (scarica il testo entrato in CdM) modifica il Dlgs 192/2005, emanato a suo tempo in attuazione della Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia, completando il quadro normativo nazionale in materia di prestazione energetica degli edifici.
I CONTENUTI DEL NUOVO DECRETO
Il provvedimento adotta a livello nazionale una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tiene conto, tra l’altro, delle caratteristiche termiche dell’edificio, nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda.
Vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. I requisiti minimi si applicheranno agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti e saranno rivisti ogni 5 anni. Uno studio su questo tema è stato condotto dal Buildings Performance Institute Europe (leggi tutto).
La metodologia di calcolo e i requisiti minimi di prestazione energetica sono in fase di definizione e saranno inviati alla Commissione Europea entro la metà di giugno 2013.
Si introduce nella normativa italiana la definizione di “edifici a energia quasi zero”. Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a energia quasi zero. Gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni pubbliche e di proprietà di queste ultime dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre 2018.
Viene redatta una strategia per l’incremento degli edifici a energia quasi zero tramite l’attuazione di un Piano nazionale che comprenda l’indicazione del modo in cui si applica tale definizione, gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici.
Il Decreto trasforma l’‘attestato di certificazione energetica’ in ‘attestato di prestazione energetica’, da redigersi a cura di esperti qualificati e indipendenti, che fornirà raccomandazioni per il miglioramento delle performance energetiche. Sarà obbligatorio redigerlo in caso di costruzione, vendita o locazione e per tutti gli immobili della P.A. con quest’ultima previsione si mira a chiudere definitivamente la procedura di infrazione per la non completa attuazione della Direttiva 2002/91/CE (leggi tutto).
Importante è il capitolo sulle sanzioni. Ad esempio, il professionista abilitato che non rispetti i criteri e le metodologie previste rischierà una multa da 700 a 4.200 euro. Il direttore dei lavori che non presenterà al Comune l’asseverazione di conformità con l’attestato di qualificazione energetica sarà soggetto a multa da 1.000 a 6mila euro.
Del nuovo Decreto di recepimento della Direttiva ‘Edifici a energia quasi zero’ parleremo nelle ultime tappe di Smart Village in Tour, il road show dedicato all’edilizia antisismica e ad alta efficienza energetica, organizzato da Edilportale in collaborazione con Made Expo e con il supporto di Agorà.
I prossimi appuntamenti:
PARMA - 29 maggio 2013
BERGAMO - 30 maggio 2013
PADOVA - 5 giugno 2013
UDINE - 6 giugno 2013
sabato 25 maggio 2013
decreto pagamento sospensione IMU
Decreto Legge 21/05/2013 n. 54
(Gazzetta ufficiale 21/05/2013 n. 117)
Interventi urgenti in tema di sospensione dell'imposta municipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempo determinato presso le pubbliche amministrazioni e di eliminazione degli stipendi dei parlamentari membri del Governo
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Considerata la straordinaria necessita' ed urgenza di provvedere in
materia di pagamento dell'imposta municipale propria di cui
all'articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214,
e successive modificazioni, conseguente alla contingente situazione
economico- finanziaria del Paese;
Considerate le particolari ragioni di urgenza, connesse alla
contingente situazione economico-finanziaria ed occupazionale del
Paese, che impongono l'adozione di misure di sostegno al lavoro e di
potenziamento degli ammortizzatori sociali per fare fronte alla
perdurante situazione di crisi dei settori produttivi;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 17 maggio 2013;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, del
Ministro dell'interno, del Ministro dell'economia e delle finanze e
del Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
Emana
il seguente decreto-legge:
Art. 1
Disposizioni in materia di imposta municipale propria
1. Nelle more di una complessiva riforma della disciplina
dell'imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare, ivi compresa la
disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, volta, in
particolare, a riconsiderare l'articolazione della potesta'
impositiva a livello statale e locale, e la deducibilita' ai fini
della determinazione del reddito di impresa dell'imposta municipale
propria relativa agli immobili utilizzati per attivita' produttive,
per l'anno 2013 il versamento della prima rata dell'imposta
municipale propria di cui all'articolo 13 del decreto-legge 6
dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22
dicembre 2011, n. 214, e' sospeso per le seguenti categorie di
immobili:
a) abitazione principale e relative pertinenze, esclusi i
fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9;
b) unita' immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a
proprieta' indivisa, adibite ad abitazione principale e relative
pertinenze dei soci assegnatari, nonche' alloggi regolarmente
assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) o dagli
enti di edilizia residenziale pubblica, comunque denominati, aventi
le stesse finalita' degli IACP, istituiti in attuazione dell'articolo
93 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n.
616;
c) terreni agricoli e fabbricati rurali di cui all'articolo 13,
commi 4, 5 e 8, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214,
e successive modificazioni.
2. Il limite massimo di ricorso all'anticipazione di tesoreria di
cui all'articolo 222 del testo unico delle leggi sull'ordinamento
degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267, come modificato, per l'anno 2013, dall'articolo 1, comma 9, del
decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, e' ulteriormente incrementato
fino al 30 settembre 2013, di un importo, come risultante per ciascun
comune, dall'allegato A, pari al cinquanta per cento:
a) del gettito relativo all'anno 2012 dell'imposta municipale
propria ad aliquota di base o maggiorata se deliberata dai comuni,
per l'anno medesimo con riferimento alle abitazioni principali e
relative pertinenze;
b) del gettito relativo all'anno 2012 dell'imposta municipale
propria, comprensivo delle variazioni deliberate dai comuni per
l'anno medesimo, con riferimento agli immobili di cui alla lettera b)
e c) del comma 1.
3. Gli oneri per interessi a carico dei comuni per l'attivazione
delle maggiori anticipazioni di tesoreria sono rimborsati a ciascun
comune dal Ministero dell'interno, con modalita' e termini fissati
con decreto del Ministero dell'interno, da adottare entro 20 giorni
dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
4. All'onere di cui al comma 3, pari a 18,2 milioni di euro per
l'anno 2013 si provvede, quanto a 12,5 milioni di euro mediante
corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 10, comma 5,
del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, quanto a 600.000
euro mediante utilizzo dei risparmi derivanti dall'articolo 3 e
quanto a 5,1 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dello
stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini
del bilancio triennale 2013-2015, nell'ambito del programma «Fondi di
riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato
di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno
2013, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo
al medesimo Ministero.
venerdì 24 maggio 2013
Detrazioni Irpef ristrutturazioni risparmio energetico 55% e 50%, proroga rinviata alla prossima settimana
Detrazioni 55% e 50%, proroga rinviata alla prossima settimana
Non è stata trovata la copertura finanziaria per prolungare le agevolazioni su riqualificazione energetica e ristrutturazioni
24/05/2013 - Il Consiglio dei Ministri deciderà la prossima settimana se e come prorogare la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e quella del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Motivo: non è stata ancora trovata la copertura finanziaria per prolungare il bonus fino a fine anno.“Il Governo - spiega una nota di Palazzo Chigi - ha deciso di mettere a punto le questioni tecniche e finanziarie per consentire la proroga degli incentivi fiscali in materia di risparmio energetico e le ristrutturazioni edilizie”. La volontà politica di prorogare il bonus del 55% fino a dicembre 2013 è stata confermata ieri dal Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, con l’idea però di limitarlo “a chi non gode già di altri benefici fiscali, in particolare legati al cosiddetto Conto Termico”. In un secondo momento sarà valutato “un prolungamento il prossimo anno attraverso una migliore definizione dei tetti oggi in vigore”. Nella bozza del Decreto-legge, nella versione entrata in Consiglio dei Ministri, l’articolo 14 prevedeva la proroga fino al 31 dicembre 2013 del bonus 55% ma con l’esclusione della sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia, e della sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Sempre l’articolo 14 prevedeva la ripartizione della detrazione in 10 anni. Nonostante l’accordo tra Ministero dello Sviluppo economico e Ministero dell’Economia però, la questione del 55% resta sul tavolo, in attesa di ulteriori approfondimenti sulla copertura finanziaria. Quanto alla detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie, in scadenza - con questa aliquota - il 30 giugno 3013, ieri, nel corso dell’Assemblea di Confindustria, il Ministro Zanonato non ne ha parlato, e alla Reuters che gli ha chiesto se ciò significa che non ci sarà proroga per questa voce, Zanonato ha risposto: “esattamente, è così”. Tuttavia, la bozza del Decreto-legge entrata oggi in Consiglio dei Ministri contiene la proroga fino al 31 dicembre 2013 delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione. Su questa misura non si è raggiunto per oggi l’accordo e, in assenza di nuove decisioni, dal 1° luglio 2013, la detrazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione edilizia tornerà all’aliquota del 36% e il tetto degli interventi tornerà da 96.000 a 48.000 euro. È stato invece approvato il recepimento della Direttiva europea 2010/31/UE in materia di prestazione energetica nell’edilizia, contenuto nello stesso DL. Si tratta della Direttiva sugli edifici a energia quasi zero, sul recepimento della quale l’Italia è in forte ritardo e rischia il deferimento alla Corte di Giustizia europea. Per recepire la Direttiva 2010/31/UE, il nuovo DL modifica il Dlgs 192/2005, emanato a suo tempo in attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/detrazione-fiscale-55-in-arrivo-la-proroga-fino-al-31-dicembre-2013_33657_27.html). (riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/detrazioni-55-e-50-proroga-rinviata-alla-prossima-settimana_33695_27.htmlgiovedì 23 maggio 2013
Irpef 36-50% Non si trovano i soldi neppure per le ristrutturazioni edilizie
il fatto quotidiano 24 maggio 2013 Siamo alle solite. I ministri competenti vanno in giro a promettere cose, il Parlamento vota meditate mozioni, ma quando si tratta di trovare i soldi persino una spesa tutto sommato minore diventa un problema insormontabile. La pietra del contendere stavolta sono i bonus fiscali per i lavori di efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie: le detrazioni – rispet - tivamente al 55% e al 50% - rischiano di scomparire dal 1 luglio se non verranno rifinanziate dal governo (quella sulle ristrutturazioni, in realtà, tornerebbe al 36%). Tutti vogliono il provvedimento: la maggioranza, il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato che ieri ne ha annunciato l’arrivo al Consiglio dei ministri di oggi davanti alla platea di Confindustria, i costruttori e persino il Tesoro, perché l’impatto di questo provvedimento sui conti è positivo (alla fine entrano più soldi tra Iva e tasse di quanti ne costi la detrazione in mancato gettito). Solo che il bilancio dello Stato è talmente bloccato che anche gli spiccioli generano trattative infernali, riunioni a palazzo Chigi con ministri che vanno e vengono, previsioni contrapposte e un generale clima di incertezza. A suo tempo il ministro per lo Sviluppo aveva parlato di un provvedimento dal costo complessivo di 300 milioni per il secondo semestre 2013, poi scesi a duecento (l’Imu sulla prima casa, per capirci, costa 4 miliardi). Non solo: “Tra il 1998 e il 2012 lo Stato italiano ha incassato dall’attività avviata con gli incentivi 49,5 miliardi di euro, a fronte di minor gettito maturato pari a 31,7 miliardi di euro – sostiene il centro studi della Cna – Il saldo al 2012 è quindi positivo per 17,8 miliardi di euro, oltre due dei quali solo l’anno scorso”. Un provvedimento relativamente poco costoso e assai remunerativo che però non si riesce a fare: è così che si declina nella pratica il dogma del 3% di deficit in rapporto al Pil. “Stiamo lavorando sulle coperture” dice il sottosegretario Pd Pier Paolo Baretta. Quel che è certo, al momento, è che il decreto sul tema non è stato inserito all’ordine del giorno: “Se il ministro Fabrizio Saccomanni arriva con i soldi lo facciamo, altrimenti no”, spiega una fonte di governo. L’ultima suggestione della serata è che il tutto sarebbe rinviato ad un ennesimo “decreto per la crescita” da approvare a giugno.
Imu sui capannoni industriali, ecco come pagare la prima rata
Imu sui capannoni industriali, ecco come pagare la prima rata
Definiti dalle Entrate i codici tributo da usare a giugno in attesa di modifiche dal Governo
24/05/2013 - L’Agenzia delle Entrate spiega come pagare l’Imu sui capannoni. Dato che gli edifici produttivi sono esclusi dallo slittamento della rata di giugno, la Risoluzione 33/E istituisce i codici tributo che i proprietari dovranno usare il prossimo mese, in attesa che entro agosto il provvedimento ad hoc annunciato dal Governo chiarisca la situazione delle imposte a carico delle imprese.Se il pagamento dell’Imposta municipale unica avviene attraverso il modello F24, i proprietari dovranno usare il codice 3925 per la quota calcolata secondo l’aliquota ordinaria dello 0,76%, e 3930 per l'eventuale incremento deliberato dal Comune. Se il versamento avviene tramite modello F24 EP si dovrà usare il codice 359E per l’aliquota standard e 360E per l’addizionale decisa dal Comune. Per quanto riguarda i fabbricati rurali ad uso strumentale classificati nel gruppo catastale D si potranno usare i codici 3925 e 359E. I codici 3930 e 360E saranno invece inutilizzabili visto che, come spiegato dalla Risoluzione 5/DF del Ministero delle Finanze, per questa categoria di immobili il Comune non ha il potere di aumentare l’aliquota. Per i fabbricati rurali ad uso strumentale diversi da quelli classificati nel gruppo catastale D restano validi i codici tributo 3913 e 350E istituiti in precedenza. Ricordiamo che, secondo quanto di recente annunciato dal Governo, le imposte sui fabbricati strumentali appartenenti alle imprese dovrebbe essere modificata con un decreto da approvare entro agosto. Gli immobili appartenenti al gruppo catastale D, in cui rientrano i capannoni industriali, non potranno infatti usufruire delle agevolazioni del Decreto Legge 54/2013, che ha stabilito lo slittamento della rata di giugno per abitazioni principali, immobili destinati ad abitazione principale appartenenti ai programmi di edilizia popolare, terreni agricoli e fabbricati rurali non strumentali (Leggi Tutto). (riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2013/05/normativa/imu-sui-capannoni-industriali-ecco-come-pagare-la-prima-rata_33675_15.htmlDetrazione fiscale 55%, in arrivo la proroga fino al 31 dicembre 2013
Domani in Consiglio dei Ministri anche il recepimento della Direttiva 2010/31/UE sugli Edifici a Energia Quasi Zero
di Rossella Calabrese 23/05/2013 - Proroga fino al 31 dicembre 2013 della detrazione del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e recepimento della Direttiva europea sugli edifici a energia quasi zero. Sono i contenuti della Bozza di Decreto-Legge in materia di energia nel settore dell’edilizia che il Consiglio dei Ministri potrebbe approvare domani.
DETRAZIONE DEL 55% PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
Alle detrazioni per l’efficienza energetica degli edifici è dedicato il penultimo articolo della bozza di DL. Non c’è ancora un testo ma solo un pro-memoria: “proroga per gli incentivi fiscali per gli interventi di efficienza energetica”.
Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, il Consiglio dei Minstri dovrebbe deliberare una proroga fino al 31 dicembre 2013 della detrazione del 55% (in scadenza al 30 giugno 2013), così come annunciato dal premier Enrico Letta nella sua relazione alle Camere (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/04/risparmio-energetico/il-programma-letta-per-la-crescita-lavoro-energia-e-innovazione_33230_27.html) e ribadito dal Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, all’assemblea dei giovani costruttori Ance (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/detrazione-fiscale-del-55-il-governo-%C3%A8-al-lavoro-per-prorogarla_33440_27.html).
Ma come sarà la nuova detrazione del 55? L’ipotesi allo studio - anticipata dal ministro Zanonato al Sole24Ore - è quella di “limitare la detrazione del 55% a chi non gode già di altri benefici fiscali, in particolare legati al cosiddetto Conto Termico, in modo tale da usare in modo più razionale queste risorse. Stiamo pensando di prorogarlo fino alla fine dell’anno - ha aggiunto il ministro -, salvaguardando così la filiera, per poi valutare in seconda battuta un prolungamento il prossimo anno attraverso una migliore definizione dei tetti oggi in vigore”.
DIRETTIVA EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO
Il DL che sarà approvato domani attua la Direttiva europea 2010/31/UE sulla prestazione energetica in edilizia, sul recepimento della quale l’Italia è in forte ritardo e rischia il deferimento alla Corte di Giustizia europea (leggi tutto).
La Direttiva 2010/31/UE, ricordiamo, impone agli Stati membri di fissare requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurare la certificazione energetica e di disciplinare i controlli sugli impianti di climatizzazione e prevede che, entro il 2021, tutte le nuove costruzioni siano “Edifici a Energia Quasi Zero”.
Per recepire la Direttiva 2010/31/UE, il nuovo DL modifica il Dlgs 192/2005, emanato a suo tempo in attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia.
Il DL adotta la nuova metodologia di calcolo della prestazione energetica dell’edificio, che tiene conto delle sue caratteristiche termiche, e fissa i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. Uno studio su questo tema è stato condotto dal Buildings Performance Institute Europe (leggi tutto).
Nella relazione al Dl si legge che la metodologia di calcolo e i requisiti minimi di prestazione energetica sono in fase di definizione e saranno inviati alla Commissione Europea entro la metà di giugno 2013.
Viene definita una strategia per l’incremento degli Edifici a Energia Quasi Zero. La Direttiva 2010/31/UE obbliga gli Stati ad assicurare che, entro il 2021, tutte le nuove costruzioni siano a energia quasi zero, scadenza anticipata al 2018 per gli edifici pubblici. Inoltre, sono disciplinati i controlli periodici sugli impianti di climatizzazione.
Il DL trasforma l’‘attestato di certificazione energetica’ in ‘attestato di prestazione energetica’, da redigersi a cura di esperti qualificati e indipendenti, che fornirà raccomandazioni per il miglioramento delle performance energetiche. Sarà obbligatorio redigerlo in caso di costruzione, vendita o locazione e per tutti gli immobili della P.A. con quest’ultima previsione si mira a chiudere definitivamente la procedura di infrazione per la non completa attuazione della Direttiva 2002/91/CE (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/01/risparmio-energetico/eeqz-italia-in-forte-ritardo-nel-recepire-la-direttiva-2010-31-ue_31401_27.html).
Importante è il capitolo sulle sanzioni. Il professionista abilitato che non rispetti i criteri e le metodologie previste rischierà una multa da 700 a 4.200 euro. Il direttore dei lavori che non presenterà al Comune l’asseverazione di conformità con l’attestato di qualificazione energetica sarà soggetto a multa da 1.000 a 6mila euro.
Il proprietario di un appartamento o l’amministratore di condominio che non fanno effettuare la manutenzione dell’impianto di climatizzazione rischieranno una multa da 500 a 3mila euro, mente chi non fornisce all’inquilino l’attestato di prestazione energetica pagherà una multa da 300 a 1.800 euro.
I commenti
Anche se “al momento non è chiaro se il 55% sarà prorogato solo fino alla fine del 2013 o reso strutturale nel tempo, e se la normativa per accedere alle detrazioni ricalcherà quella attuale o presenterà alcune novità”, “Uncsaal continua la propria azione di sensibilizzazione di Esecutivo e Parlamento affinché il 55% sia prorogato con una normativa che non penalizzi alcun prodotto e che contenga una maggiore flessibilità nella scelta delle annualità di detrazione da parte dei consumatori”. Così Uncsaal, l’unione dei Costruttori di Serramenti, sulle ipotesi di proroga delle detrazioni del 55%.
(riproduzione riservata)
rinnovabili quinto Conto Energia, 64 milioni per raggiungere la soglia
Contatore fotovoltaico aggiornato in base a ridefinizione delle tariffe, detrazioni e rinunce
di Paola Mammarella
23/05/2013 - Mancano poco più di 64 milioni di euro al raggiungimento del tetto di 6,7 miliardi del Quinto Conto Energia per il fotovoltaico. Lo ha comunicato il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) sul proprio sito web.Come spiegato dal Gse, il contatore fotovoltaico è stato aggiornato superando la cifra di 6 miliardi e 635 milioni di euro. Rispetto all’ultimo valore pubblicato, si è verificata una riduzione del costo indicativo annuo degli incentivi riconosciuti agli impianti fotovoltaici.
L’aggiornamento è stato determinato dal verificarsi di tre situazioni:
- la ridefinizione della tariffa incentivante spettante agli impianti fotovoltaici ammessi alla graduatoria del primo registro del Quinto Conto Energia, che entreranno in esercizio nel semestre successivo a quello dichiarato in fase di iscrizione al registro;
- la detrazione del costo indicativo annuo degli incentivi attribuito agli impianti ammessi alla graduatoria del primo registro del Quinto Conto Energia che sono rientrati nell’applicazione del DM 5 maggio 2011 - Quarto Conto Energia;
- le rinunce presentate al Gse dai Soggetti responsabili degli impianti ammessi alla graduatoria del primo registro del Quinto Conto Energia. (riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/normativa/quinto-conto-energia-64-milioni-per-raggiungere-la-soglia_33640_15.html
martedì 21 maggio 2013
Condono edilizio: nuovo emendamento PdL, subito ritirato
Condono edilizio: nuovo emendamento PdL, subito ritirato
Proteste da Cnappc e ambientalisti. Ministro Lupi: ‘non è nel programma del governo Letta’
di Rossella Calabrese
22/05/2013 - Dopo lo stop del Ministro dell’Ambiente alla proposta di riaprire i termini del condono edilizio, avanzata dal presidente della Commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma (leggi tutto http://www.edilportale.com/news/2013/05/ambiente/condono-edilizio-in-campania-presentato-in-senato-un-nuovo-ddl_33476_52.html ), il PdL ci riprova.Questa volta con un emendamento al disegno di legge 576 di conversione del DL 43/2013 recante misure per il rilancio dell’area industriale di Piombino, il contrasto ad emergenze ambientali, per la ricostruzione in Emilia e in Abruzzo e per Expo 2015, all’esame delle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato.
Uno dei due relatori, Domenico De Siano del PdL, ha proposto di riaprire fino al 31 dicembre 2013 i termini per la presentazione delle domande del condono 2003, anche nei casi in cui “le amministrazioni avessero adottato il provvedimento di diniego sulle domande precedentemente inoltrate” e prevedendo la sospensione di “tutte le procedure sanzionatorie fino alla definizione delle predette istanze”.
Immediate le reazioni. “È vergognoso che si voglia far passare come una norma di solidarietà per i terremotati il tentativo di riaprire il condono edilizio del 2003, provvedimento contro il quale il Partito democratico si è sempre opposto e continuerà a farlo” ha detto il senatore PD Stefano Esposito, relatore al ddl.
“Si vuole giustificare questa sanatoria destinando le risorse recuperate dalla stessa per interventi straordinari in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo il 20 e il 29 maggio 2012” ha aggiunto Esposito.
“È inaudita la sola ipotesi di ricorrere ad un ennesimo condono edilizio” e “rasenta la beffa che provvedimenti irresponsabili - come l’emendamento presentato dal senatore De Siano e che nel passato hanno dimostrano tutta la pericolosità proprio riguardo alla sicurezza dei cittadini e all’equilibrio del territorio - vengano presentati e giustificati per destinare risorse alle popolazioni già colpite dagli eventi sismici” ha commentato il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Nel nostro Paese - ha detto ancora il Cnappc - c’è invece bisogno di realizzare un vero e proprio progetto di salvaguardia ambientale e paesaggistica, basato sul principio imprescindibile che la cultura ed il paesaggio sono delle risorse fondamentali, anche di tipo economico, che vanno valorizzate attraverso progetti di sviluppo assolutamente non invasivi”.
“Il condono edilizio è diventato l’ossessione del PdL, che cerca in tutti i modi di riaprire i termini di una scellerata sanatoria. Dietro il condono si nasconde il ciclo di un’economia criminale che ha determinato e continua a determinare il saccheggio del territorio, un nuovo abusivismo, a totale danno della parte sana dell’economia dell’edilizia e mettendo in pericolo il territorio”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sulla proposta De Siano.
“Le emergenze del Paese sono ben altre - ha proseguito Cogliati Dezza -: abbiamo bisogno di interventi di messa in sicurezza del territorio, di risanamento ambientale, di riqualificazione del patrimonio edilizio; c’è bisogno di un piano di manutenzione contro il dissesto idrogeologico e un piano concreto per la lotta all'abusivismo. Queste sono le vere priorità a cui guardare e su cui lavorare ”.
“Questa ennesima proposta di condono edilizio è il segno innegabile di continuità tra le diverse Legislature, oltre che di un vecchio modo di guadagnare consensi e, in generale, di fare politica” hanno commentato FAI (Fondo Ambiente Italiano) e WWF Italia, chiedendosi se “tale sforzo politico sia giustificato in un Paese alle prese con una devastante crisi economica e morale alla quale si risponde con vecchi strumenti di stampo clientelare che, come insegnano i precedenti condoni, portano poche soldi all’erario e costituiscono un moltiplicatore di illegalità”.
Getta acqua sul fuoco il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi: “Evitiamo di accendere polemiche inutili - ha affermato in una nota -. La riproposizione del condono edilizio non è nel programma del governo Letta approvato dalla Camera e dal Senato. Qualsiasi emendamento in tal senso non potrà che ottenere un parere contrario da parte del governo”.
Dopo le critiche, l’emendamento è stato ritirato.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/ambiente/condono-edilizio-nuovo-emendamento-pdl-subito-ritirato_33617_52.html
Condono edilizio, Nitto Palma insiste: “Nessuno scandalo, parlerò con Lupi”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/21/condono-edilizio-nitto-palma-insiste-nessuno-scandalo-parlero-con-lupi/600557/
L'ex ministro della Giustizia al Mattino: "Non si tratta di una nuova sanatoria ma di consentire che in Campania si possa usufruire” di quella norma, “dalla quale i cittadini campani furono tenuti fuori perché la Consulta bocciò la legge regionale. Noi vogliamo che quel diritto venga tutelato"
Più informazioni su: Abusi Edilizi, Campania, Condono, Condono Edilizio, Condono Tombale,Francesco Nitto Palma, Maurizio Lupi, PD, PDL, Regione Campania, Sanatoria.
Sembrava che il Pd avesse “vinto” la battaglia sull’ennesima riproposizione del condono edilizio da parte del Pdl, ma un’intervista dell’ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma al quotidiano Il Mattino potrebbe riaprire la partita. “Non capisco dove stia lo scandalo, riteniamo di avere ragione e porteremo avanti la nostra battaglia” afferma il presidente della commissione Giustizia del Senato, ecoordinatore del Pdl in Campania, dopo le polemiche per l’emendamento presentato (e poi ritirato) dal senatore Domenico De Siano per riaprire i termini del condono 2003, sottolineando che “forse Lupi non è a conoscenza del problema, gliene parlerò”. L’ex Guardasigilli del tema condono aveva già parlato nella sua prima intervista da presidente della commissione Giustizia: “Presenteremo subito una iniziativa di legge per tutelare gli interessi dei cittadini campani che non possono vedere andar giù la loro casa”. I dati nella sola Campania, dove come in altre altre regioni sono previste le amministrative tra meno di una settimana, sono impressionanti: 129mila case illegali, 6mila ogni anno, 500 al mese, 16 al giorno.
Senza dimenticare e sono dati di Legambiente che l’81% dei comuni sciolti per mafia in Campania negli ultimi vent’anni è stato commissariato anche per gli abusi edilizi e per il mattone illegale. In provincia di Napoli sono l’83%, il 77 in quella di Caserta. Napoli città ha anche un record, Pianura, 58mila abitanti e 70mila domande di sanatoria, il quartiere con il più alto indice di abusivismo d’Italia.
Eppure non si tratta, spiega Palma, di “una nuova sanatoria ma di consentire che in Campania si possa usufruire” di quella norma, “dalla quale i cittadini campani furono tenuti fuori perché la Consulta bocciò la legge regionale” che la doveva recepire. “Noi vogliamo che quel diritto venga tutelato ed è per questo che in Senato ho presentato una mia proposta di legge. Non comprendo – aggiunge Palma – un atteggiamento così rigido ed ideologico verso un problema che riguarda decine di migliaia di famiglie”, anche perché “vogliamo sanare le abitazioni di necessità maabbattere gli ecomostri e le case costruite a fini speculativi”. L’emendamento presentato da De Siano proponeva di riaprire, fino al 31 dicembre 2013, i termini del condono edilizio 2003. Il Pd ieri aveva denunciato che si voleva “giustificare questo condono destinando le risorse recuperate dalla sanatoria per interventi straordinari in favore” dei terremotati dell’Emilia-Romagna. Ma la proposta era stata ritirata. Difficilmente il Popolo della Libertà, che ha già vinto in Campania le elezioni con questo tipo di promesse, rinuncerà: in campagna elettorale, come del resto aveva fatto per l’Imu,Silvio Berlusconi aveva promesso: “Se vinco farò condono tombale ed edilizio”.
lunedì 20 maggio 2013
600 milioni di euro per la crescita sostenibile, a breve i bandi per incentivi alle imprese
http://www.edilportale.com/news/2013/05/normativa/600-milioni-di-euro-per-la-crescita-sostenibile-a-breve-i-bandi_33600_15.html
In Gazzetta Ufficiale il Decreto che riscrive le regole per gli incentivi alle imprese
di Rossella Calabrese 21/05/2013 - È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Interministeriale 8 marzo 2013 che disciplina l’accesso al nuovo Fondo da 600 milioni di euro per la Crescita Sostenibile.Il Decreto individua le priorità, le forme e le intensità massime di aiuto concedibili nell’ambito del Fondo per la Crescita Sostenibile, introdotto dall’articolo 23, comma 3, del Decreto Sviluppo (DL 83 del 22 giugno 2012).
Con il Fondo per la Crescita Sostenibile, il Governo Monti ha avviato una innovativa strategia di intervento in favore della competitività delle imprese. Il Fondo ha lo scopo di sostenere la crescita economica del Paese, intervenendo, in particolare, in ambiti caratterizzati da inefficienze nel funzionamento del mercato che limitano la crescita economica delle imprese nazionali, e per accrescere la coesione territoriale.
A tali fini, il Fondo attua esclusivamente interventi caratterizzati da un elevato “effetto incentivante”, sostenendo programmi, progetti o attività di pubblico interesse che le imprese beneficiarie non avrebbero svolto in assenza del sostegno del Fondo o che avrebbero effettuato in misura inferiore o con più lunghi tempi di realizzazione.
Per questi motivi, il Fondo sostiene interventi diretti:
a) alla promozione di progetti di rilevanza strategica per il rilancio della competitività del sistema produttivo, anche tramite il consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e sviluppo delle imprese;
b) al rafforzamento della struttura produttiva del Paese, al riutilizzo degli impianti produttivi e al rilancio di aree che versano in situazioni di crisi complessa di rilevanza nazionale;
c) alla promozione della presenza internazionale delle imprese e all’attrazione di investimenti dall’estero.
Il Fondo erogherà gli aiuti in forma di finanziamento agevolato, contributo in conto impianti, contributo in conto capitale, contributo diretto alla spesa, contributo in conto interessi, concessione di garanzia, partecipazione al capitale di rischio, bonus fiscale.
La misura degli aiuti, i requisiti di accesso, le condizioni di ammissibilità dei progetti, le spese ammissibili, la forma e l’intensità delle agevolazioni, i termini e le modalità per la presentazione delle domande, ecc. saranno fissati da Bandi o Direttive che il Ministro dello sviluppo economico emanerà a breve.
Ai 600 milioni di euro di dotazione iniziale del Fondo potranno aggiungersi i finanziamenti agevolati di Cassa Depositi e Prestiti, il cui effettivo ammontare sarà determinato con un ulteriore decreto di concerto con il Ministero dell’Economia in corso di adozione. (riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/05/normativa/600-milioni-di-euro-per-la-crescita-sostenibile-a-breve-i-bandi_33600_15.html
Klimaenergy Award, iscrizioni fino al 15 giugno per comuni e province virtuosi
Klimaenergy Award, iscrizioni fino al 15 giugno
Sfida tra le Province e i Comuni più virtuosi nel campo della mobilità sostenibile
20/05/2013 - Il “Klimaenergy Award” è ormai una vera e propria cassa di risonanza per le buone pratiche ambientali ideate e implementate dai Comuni e dalle Province italiane.Giunta alla sua sesta edizione per volontà di Fiera Bolzano e di Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, l’iniziativa nasce in collaborazione con la Provincia Autonoma di Bolzano, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Tis Innovation Park, Legambiente, Eurac Research, Anci e con il patrocinio dell’Acri. Il premio fa leva sui risultati tangibili e sulla replicabilità dei progetti presso altre Amministrazioni e sottolinea come sia importante in questo momento storico - economico valorizzare tutte le iniziative che possano contribuire a migliorare la posizione italiana rispetto agli obiettivi da raggiungere nel 2020 in termini di efficienza energetica, produzione di energia da fonti rinnovabili e abbattimento dell’inquinamento. La partecipazione al “Klimaenergy Award” è gratuita ed è rivolta a tre categorie di Comuni: centri con meno di 20.000 abitanti, cittadine dai 20.000 ai 150.000 abitanti e, infine, Comuni e Province con più di 150.000 abitanti. La data di scadenza per presentare le candidature è il 15 giugno 2013. Dall’edizione 2012 è stato inoltre introdotto il premio rivolto ai progetti per una mobilità sostenibile con cui vengono premiate le iniziative volte a favorire i mezzi di spostamento eco-compatibili, quali ad esempio l’uso della bicicletta o del servizio di bike sharing. Ai Comuni vincitori (uno per categoria, anche se l’esperienza dimostra come la giuria abbia ogni anno assegnato anche dei premi speciali) viene consegnata la targa “Klimaenergy Award” in occasione dell’omonima Fiera in programma a Bolzano dal 19 al 21 settembre. Alla targa onorifica il comitato organizzativo aggiunge, come incentivo alla partecipazione, la possibilità di avere, durante la successiva edizione della Fiera Klimaenergy, uno stand dedicato. Ai progetti vincitori, inoltre, viene garantita un’adeguata visibilità e i premiati possono utilizzare il logo “Klimaenergy Award” sia su stampati prodotti dal Comune, sia sulla homepage del proprio sito. Ma i premi non finiscono qui: da quest’anno, infatti, nella giornata di venerdì 20 settembre 2013, sarà organizzato un enertour riservato ai rappresentanti delle amministrazioni vincitrici: una visita tecnica guidata alla scoperta delle eccellenze locali nel campo delle rinnovabili. Il “Klimaenergy Award” cresce con i buoni progetti ideati e sviluppati dalla Pubblica Amministrazione. Non a caso c’è stato un vero e proprio boom di candidature presentate, segnale della crescente consapevolezza da parte delle realtà locali riguardo la necessità di muoversi sempre più in direzione di uno stile di vita e di consumo sostenibile. “Klimaenergy Award” è una delle numerose iniziative di Klimaenergy, Fiera internazionale per l’applicazione innovativa delle energie rinnovabili per Comuni e Imprese in scena a Fiera Bolzano dal 19 al 21 settembre 2013 insieme a Klimamobility, Salone della mobilità sostenibile. Tutte le informazioni sul concorso patrocinato dall’Acri e modalità di partecipazione: www.klimaenergyaward.it. Iscrizione allegando alcune foto del progetto: klimaenergyaward@fondazionecassarisparmiobz.it Termine d’iscrizione: 15 giugno 2013 Supporto tecnico per l’iscrizione all’Award: Ing. Marco Castagna Tel. 0471 055652 email: klimaenergyaward@fondazionecassarisparmiobz.it http://www.edilportale.com/news/2013/05/risparmio-energetico/klimaenergy-award-iscrizioni-fino-al-15-giugno_33594_27.html Fonte: Ad Mirabilia - Pr&Press Klimaenergy (riproduzione riservata)
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