Nella narrazione delle vicende della macchina amministrativa la conclusione anticipata di sei mesi dell'incarico del dirigente Aldo Doria alle redini di Suap e trasporti ha costituito il classico colpo a sorpresa. Nonostante le premesse di un rapporto incrinato ci fossero tutte (destituito dall'incarico agli affari istituzionali nei giorni in cui aveva risposto all'interpello interno per l'incarico dello scout per le sponsorizzazioni, in contrasto con la giunta sul Peg dei trasporti e in aperta polemica con Felice Costanti in alcune commissioni) anomalo è stato l'epilogo chiuso in fretta e in sordina. Qualcuno ha scritto che è fuggito a gambe levate, lui che aveva lasciato il dicastero dello Sviluppo Economico allo scopo di dare una mano all'amico cardiologo cui lo legava un rapporto di stima. Era stato proprio Doria a fare da gancio con Coletta nel 2013 per portare nella rassegna Lievito il giudice Gherardo Colombo. Tra i due una consonanza sulla necessità di portare aria nuova in città, unità di vedute poi interrotta bruscamente. Oggi il diretto interessato dice la sua chiedendo un diritto di replica dopo quello che è stato scritto.
«Meglio chiudere subito»
«Innanzitutto non sono fuggito ma mi è stato chiesto di andarmene – esordisce Doria – dopo la notifica del provvedimento di revoca del Servizio Affari Istituzionali sono stato chiamato dal sindaco e dal vicesindaco. Mi è stato detto che non si poteva aspettare la scadenza naturale del primo anno; la motivazione era che il mio modo di fare non era in linea con loro e che era meglio chiudere subito. Ho risposto che non condividevo questa impostazione. Io condividevo questo progetto: in sei mesi neppure un calciatore viene giudicato a meno che non abbia scombinato i piani a qualcuno». Nel settore delle attività produttive il dirigente rivendica il lavoro fatto: «Al mio arrivo al Suap ho trovato una situazione drammatica perché negli uffici dell'ex scuola di Via Varsavia che devono accogliere il pubblico si era stratificata una situazione di abbandono fisico, faldoni sparsi ovunque e barriere architettoniche. Ho firmato centinaia di provvedimenti che hanno consentito di smaltire l'arretrato. Abbiamo risolto il problema del mercato annonario in 15 giorni con l'aiuto della ditta e avviato una procedura veloce per consentire l'allargamento del negozio H&M».
«Meglio chiudere subito»
«Innanzitutto non sono fuggito ma mi è stato chiesto di andarmene – esordisce Doria – dopo la notifica del provvedimento di revoca del Servizio Affari Istituzionali sono stato chiamato dal sindaco e dal vicesindaco. Mi è stato detto che non si poteva aspettare la scadenza naturale del primo anno; la motivazione era che il mio modo di fare non era in linea con loro e che era meglio chiudere subito. Ho risposto che non condividevo questa impostazione. Io condividevo questo progetto: in sei mesi neppure un calciatore viene giudicato a meno che non abbia scombinato i piani a qualcuno». Nel settore delle attività produttive il dirigente rivendica il lavoro fatto: «Al mio arrivo al Suap ho trovato una situazione drammatica perché negli uffici dell'ex scuola di Via Varsavia che devono accogliere il pubblico si era stratificata una situazione di abbandono fisico, faldoni sparsi ovunque e barriere architettoniche. Ho firmato centinaia di provvedimenti che hanno consentito di smaltire l'arretrato. Abbiamo risolto il problema del mercato annonario in 15 giorni con l'aiuto della ditta e avviato una procedura veloce per consentire l'allargamento del negozio H&M».
L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (lunedì 10 luglio) http://www.latinaoggi.eu/news/politica/53808/il-dirigente-di-suap-e-trasporti-lascia-lincarico-a-forzaa-doria-spiega-cosa-a-accaduto
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