CdS: se il Comune impone il ripristino e il responsabile non adempie, i manufatti diventano di proprietà comunale
01/04/2015 - Gli edifici abusivi possono essere espropriati in modo automatico dal Comune. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza 1064/2015.I giudici hanno ricordato che, in
Nel caso preso in esame dal CdS, era stato chiesto al Comune un permesso di costruire in sanatoria, ma poi era stato effettuato un cambio di destinazione d’uso in totale difformità dal titolo abilitativo. Uno dei locali, assentito come deposito, era stato trasformato in cucine anche se, contrariamente a quanto previsto dal regolamento edilizio comunale, l’altezza era minore di 2,70 metri.
Dato che il cambiamento di destinazione d’uso era risultatodifforme dal titolo abilitativo e comportava una diversa incidenza sul carico urbanistico, il Comune l’aveva considerato come una trasformazione edilizia.
Di fronte all’inerzia dell’autore dell’abuso, cui era stato intimato di ripristinare la situazione preesistente, l’Amministrazione aveva quindi acquisito il bene e l’area di sedime, che erano entrati a far parte del patrimonio comunale.
Di fronte all’opposizione dell’interessato, i giudici hanno chiarito che l’acquisizione non è un provvedimento di autotutela, ma una misura sanzionatoria che segue all’inottemperanza dell’ordine di demolizione e ripristino. Per questo motivo
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