giovedì 23 maggio 2024

Morì bruciato dentro l’Ilva: “Bastava una termocamera per salvargli la vita. I manager non investirono in sicurezza”. I motivi delle condanne

  tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/23/mori-bruciato-dentro-ilva-bastava-termocamera-per-salvargli-la-vita-manager-non-investirono-sicurezza-motivi-condanne/7559305/?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Twitter#Echobox=1716464856

dall'articolo di Andrea Tundo: "Se solo fosse stata installata una termocamera, Alessandro Morricella avrebbe potuto non essere lì. Bastava uno strumento “facilmente reperibile sul mercato che sarebbe stata installata in tempi brevissimi”. Invece i manager di Ilva non ci pensarono mai e nell’acciaieria di Taranto c’era “una complessiva carenza di valutazione dei rischi e organizzazione dell’attività produttiva a discapito della sicurezza dei lavoratori”. Per capire perché in Italia si muore di lavoro, basterebbe scorrere le 209 pagine con cui la giudice Federica Furio ha motivato la condanna in primo grado per omicidio colposo inflitta lo scorso 29 febbraio all’allora direttore del siderurgico Ruggero Cola (6 anni di carcere) e ai dirigenti Vito Vitale e Salvatore Rizzo (5 anni): un investimento minimo e rapido per montare una “tecnologia già ampiamente conosciuta” nel settore degli altoforni avrebbe “eliminato radicalmente il rischio” per il 35enne e tutti i colleghi addetti alla misurazione della temperatura della ghisa."


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