lunedì 4 settembre 2023

il fatto quotidiano di domani 100 MILIARDI DI BUCO? VERITÀ E PROPAGANDA SUL SUPERBONUS. LA CONTROFFENSIVA DI CONTE E L’IPOTESI PROROGA.

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La giornata in cinque minuti

 Ascolta il podcast del Fatto di domani

100 MILIARDI DI BUCO? VERITÀ E PROPAGANDA SUL SUPERBONUS. LA CONTROFFENSIVA DI CONTE E L’IPOTESI PROROGA. “Il Superbonus è una misura che, dati alla mano, ha creato 1 milione di posti di lavoro, un rientro di gettito fiscale per le casse dello Stato e un impatto sulla crescita del Pil che ha fatto scendere il debito pubblico di 10 punti in due anni. Dire che è solo un costo sulle spalle dei cittadini è una menzogna e fa capire quanto il Governo Meloni sia del tutto impreparato ad affrontare il tema degli investimenti”. Dopo il duello con Giorgetti a Cernobbio il leader dei 5 Stelle Conte torna sull’argomento con un lungo post su Facebook, corredato da un grafico che mette in fila gli insuccessi del governo di destra. E ricorda anche a chi critica la misura che quando fu varata era di parere opposto: “Oggi lo chiamano “buco” ma dall’opposizione Fratelli d’Italia chiedeva di estendere e prorogare il Superbonus. La Lega nel 2022 sottolineava che il Superbonus ‘ha creato lavoro per imprese, artigiani e operai e valore per le famiglie’. Oggi scopriamo che gli stessi ministri e le stesse forze politiche che lo difendevano a gran voce hanno il ‘mal di pancia’ solo a parlare di Superbonus”. Il riferimento è al presunto esborso di 100 miliardi per le casse dello Stato, su cui spingono anche oggi i parlamentari di FdI. Sul Fatto di domani vedremo che la cifra si aggira intorno ai 35 miliardi e se venga spalmata o meno negli anni a venire dipende da fattori tecnici. Ricostruiremo anche la genesi della misura – nata durante il Covid – e l’impatto che ha avuto sul Pil e sui conti. Nel frattempo circolano ipotesi di proroga della misura oltre il 2023 per i condomini che non completeranno i lavori entro l’anno, ma con stato di avanzamento almeno al 60% o con una percentuale comunque avanzata. Sarebbe una delle proposte arrivate sul tavolo del Mef, guidato dalla stessa destra che spara sulla norma.


LA SECONDA MANOVRA DI MELONI FA I CONTI SENZA I SOLDI. Il fuoco di fila della destra contro il superbonus ha una lettura politica: Meloni e i suoi ministri prevedono una manovra senza soldi, o “prudente” per riprendere l’eufemismo usato dal leghista Giancarlo Giorgetti davanti alla platea degli imprenditori di Cernobbio. Lo stesso titolare dell’Economia ha ammesso quello che il governo sta facendo “filtrare” sui giornali da qualche settimana: non ci sono le risorse per nessuna delle promesse elettorali del centrodestra, dalla flat tax all’abolizione della Fornero con Quota 41, e così deve giustificarsi davanti agli italiani cercando il capro espiatorio in misure varate da esecutivi precedenti (con l’appoggio dell’attuale maggioranza, nel caso del superbonus). Anche per questo la premier Meloni ha evitato di presentarsi al Meeting di Rimini di fine agosto e a Cernobbio. E ha organizzato un fitto programma di impegni all’estero che le consentiranno di sfuggire alle critiche nei prossimi due mesi. Nel frattempo Raffaele Fitto è andato a Bruxelles per trattare sulle modifiche al Pnrr e cercare di non perdere i fondi europei. Un incontro definito “produttivo”, ma solo il primo di una lunga serie da qui a dicembre.


ZAIA, EMILIANO, BONACCINI E DE LUCA: IL PROGRAMMA COMUNE DEI QUATTRO CACICCHI D’ITALIA. Nel 2024 ci saranno le elezioni europee, ma anche le regionali in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria. Il peso dei governatori è diventato sempre più rilevante negli equilibri politici nazionali e alcuni hanno blindato il loro potere costituendo correnti personali all’interno delle forze di appartenenza. Questo partito dei governatori non ha colore, riunisce il Veneto di Luca Zaia all’Emilia Romagna di Stefano Bonaccini alla Campania di Vincenzo De Luca e la Puglia di Michele Emiliano. Sul Fatto di domani vedremo azioni e dichiarazioni del quartetto e i contenuti del loro programma. Non a caso ieri tra i primi a rispondere all’esortazione di Meloni a “correre di più per far correre il Paese” c’è stato Zaia: “Sono le grandi riforme, autonomia e premierato, che devono ora garantire un salto nella modernità”, ha detto il presidente del Veneto.


VIA DELLA SETA: TAJANI PARLA DI “RADDOPPIARE GLI SCAMBI” CON PECHINO, MA MELONI VOLEVA STRACCIARE L’ACCORDO. Dal memorandum firmato nel 2019 dal governo Conte 1 ha detto di voler uscire, però il centrodestra di governo si mostra anche desideroso di aumentare gli scambi con la Cina. Almeno a sentire il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in visita in questi giorni a Pechino, dove oggi ha incontrato il ministro del Commercio cinese Wang Wentao e il ministro degli Esteri di Pechino Wang Yi. “Il bilancio è positivo, ho visto rafforzarsi le relazioni fra Italia e Cina nel contesto del partenariato strategico che offrirà opportunità alle nostre imprese”, ha detto il titolare della Farnesia, secondo cui l’obiettivo italiano è “esportare ancora di più”. Non è chiaro come si potrà ottenere il risultato stralciando l’intesa siglata con Pechino. Ipotesi che non piace neanche agli imprenditori italiani che hanno accompagnato Tajani nel viaggio. La Cina dal canto suo, mantiene il suo punto di vista strategico: gli accordi servono a creare ­“un ponte tra Oriente e Occidente”, ha detto Wang Yi, e promuovere “lo sviluppo alla cinese”. Sul Fatto di domani torneremo sui rapporti economici tra i due Paesi con un fact-checking.


GUERRA IN UCRAINA E CRISI DEL GRANO; INCONTRO PUTIN-ERDOGAN, LO “ZAR”: “SÌ ALL’ACCORDO SE C’È VIA LIBERA AI NOSTRI PRODOTTI”. IL PAPA: “PRESERVARE LA CULTURA RUSSA”. A Sochi non c’è stata la firma di documenti per risolvere la crisi del grano, sebbene il colloquio tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan sia durato tre ore e alla fine sia stato definito “un successo”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha sottolineato che oltre all’accordo sul grano – la Russia è uscita dall’intesa il 17 luglio – a Sochi si è discusso della guerra e delle situazioni di instabilità in Siria e Libia. Nella conferenza stampa finale, Putin ha rinnovato le sue richieste: “Siamo pronti a rianimare l’accordo su grano”, ma solo se si permetterà “le esportazioni di cereali e fertilizzanti russi”. Toccando il tema delle nazioni africane che vivrebbero la difficoltà maggiore senza scorte alimentari, Putin ha confermato che la Russia sta negoziando “accordi con sei Paesi africani ai quali siamo pronti a fornire gratuitamente cereali”. Il capo del Cremlino non ha perso occasione per dare la sua versione sulla guerra: “Non abbiamo mai rifiutato mediazioni per la pace”. Erdogan dal canto suo ha dichiarato che la Turchia è pronta a mediare per permettere colloqui diretti tra Kiev e Mosca, ma sostiene che “Kiev deve abbassare i toni” per trovare un punto d’incontro con la Russia. Sull’altro fronte, Kiev denuncia i bombardamenti sui porti lungo il Danubio, rinnova la denuncia che alcuni ordigni russi siano finiti sul territorio della Romania – anche se Bucarest non prende posizione – e si prepara alla sostituzione del ministro della Difesa. La Verkhovna Rada – il parlamento ucraino – esaminerà domani, 5 settembre, la rimozione di Oleksiy Reznikov, decisa dal presidente Zelensky. Infine, Papa Bergoglio al rientro dalla Mongolia chiarisce le sue frasi sulla Russia, rispondendo alle critiche di aver voluto difendere l’imperialismo del Cremlino: “Parlavo della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, è sempre dialogare, e parlavo di questo”. Sul Fatto di domani leggeremo altri particolari sia sull’incontro tra Putin ed Erdogan che sulla nomina di Umerov.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Renzi alle Europee con “Il Centro”. Un marchio: il leader di Italia Viva ha annunciato di correre per il Parlamento europeo “con il brand de Il Centro”. Il senatore correrà nel collegio di Milano, dove ha affermato: “spero di prendere voti sia a Forza Italia che al Pd”.

Brandizzo, primi testimoni in procura e corteo a Vercelli. Per la strage di Brandizzo la procura di Ivrea oggi ha ascoltato i primi testimoni, e chiesto l’aiuto dei familiari delle vittime per il riconoscimento dei corpi. Un corteo organizzato dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil ha sfilato a Vercelli, con la presenza dei parenti delle vittime. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha affermato che è arrivato il momento di cambiare il passo rispetto al peso della sicurezza sul lavoro “che grava solo sui lavoratori”.

Trump, nuovo sondaggio del Wall Street Journal: 60% di consensi alle primarie. Nonostante le incriminazioni, Donald Trump aumenta il distacco dagli altri concorrenti repubblicani per le primarie. Secondo un sondaggio del Wall Street Journal, Trump si attesterebbe al 60% di preferenze. Quanto alla corsa presidenziale, Trump e Biden sono al momento testa a testa con il 46% dei voti.


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO ECONOMICO

El Salvador, il bilancio in chiaroscuro dopo due anni di cripto come moneta ufficiale

di Virginia Della Sala

Me lo sono sempre chiesta e nell’impossibilità di andare velocemente dall’altra parte del mondo è stato molto gratificante scoprire che potevo avere una risposta grazie a El Pais che qualche giorno fa ha fatto il punto dell’esperimento di bitcoin come valuta ufficiale di El Salvador, circa sei milioni di abitanti, due anni dopo. Ebbene, a quanto pare, è molto difficile dire se sia stato un successo o una disfatta. Di certo i tempi non sono stati clementi visto che nell’ultimo biennio le criptovalute hanno perso buona parte del loro valore e si sono susseguiti fallimenti e crisi aziendali nel settore.

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