giovedì 27 luglio 2023

Il rapporto Greenwashing 2023 ambiente e non solo dall'articolo di Marco Talluri

 tratto da https://ambientenonsolo.com/il-rapporto-greenwashing-2023/


Il rapporto Greenwashing 2023

EPR Comunicazione ha presentato il rapporto Greenwashing 2023 dedicato alle misure attive in Italia e nel mondo per contrastare le pubblicità e le aziende che dicono di essere “green” senza esserlo.

“Tutti vogliono presentarsi come sostenibili, ma è importante farlo in maniera corretta” ha spiegato Francesco Ferrante, Vicepresidente del Kyoto Club.

“Secondo un’indagine di Eurobarometro – aggiunge Ferrante – si contano oltre 200 esempi di brand che fanno greenwashing, creando confusione nel consumatore. La proposta di direttiva sui “green claims” che è stata presentata dalla Commissione europea il 22 marzo non impatta solo sulle scelte di marketing aziendale, ma ha una valenza di enorme portata, soprattutto in ambito economico. Per questo nel rapporto mettiamo sotto la lente ‘casi di scuola’ di greenwashing in Italia e nel mondo, e facciamo luce sul contesto europeo e internazionale nel quale si inserisce la direttiva”.

Il termine greenwashing nasce negli anni Ottanta, riferito inizialmente alle catene alberghiere che invitano gli ospiti a riutilizzare più volte gli asciugamani invece di farli lavare ogni giorno; una richiesta che veniva spacciata per ambientalista ma derivante, in realtà, solo dalla volontà di contenere le spese.

In Italia, rileva il Rapporto Greenwashing 2023, la direttiva europea andrebbe a colmare un vuoto, perché non c’è una vera e propria norma che regoli e persegua le pratiche scorrette, sebbene l’Autorità garante del mercato e della concorrenza abbia comminato multe anche ad aziende molto note.

Nel 2023, rileva il Rapporto, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) ha istituto una Task Force contro il greenwashing a supporto di operatori finanziari, autorità vigilanti e imprese. La novità che caratterizza questo impegno è nella natura stessa dell’istituto pubblico di ricerca, il primo a livello europeo a svolgere questo ruolo oltre a essere “la prima pubblica amministrazione, a livello nazionale a fornire supporto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica al tavolo Mef per la finanza sostenibile”6. La creazione della Task Force si fonda su ruolo istituzionale che ISPRA ricopre nell’ambito della finanza sostenibile, con l’applicazione del marchio Ecolabel UE ai prodotti finanziari e le richieste pervenute ad ISPRA da parte delle autorità di vigilanza e degli operatori finanziari che necessitano di dati e informazioni ambientali per dare supporto all’applicazione della Tassonomia UE agli investimenti sostenibili in Italia7.

A livello giurisprudenziale un ruolo cardine in Italia è stato assunto dall’Autorità garante del mercato e della concorrenza, la quale, sebbene non abbia mai concretamente pronunciato il neologismo “Greenwashing”, ha applicato in alcuni casi sanzioni ad aziende che diffondevano slogan ingannevoli legati alla sostenibilità, i cosiddetti claim ambientali o verdi, diretti a suggerire o, comunque, a lasciar intendere o anche solo a evocare il minore o ridotto impatto ambientale del prodotto offerto. In tale cornice, a seguito di svariate istruttorie perseguite dall’Authority sono emerse diverse irregolarità, tra cui l’utilizzo di “dati parziali, di misurazioni non ripetibili, di informazioni enfatizzate, confusionarie e non veritiere, nonché di réclame capaci di indurre il consumatore a scelte poco etiche”.

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