I geometri potranno occuparsi di progettazione architettonica
La proposta presentata al Senato. Ma contro il disegno di legge si scatenano le proteste di architetti e ingegneri
di Rossella Calabrese
17/02/2010 - I geometri, i geometri laureati, i periti industriali specializzati in edilizia e i periti industriali laureati potranno occuparsi di progettazione architettonica e strutturale, collaudo statico, ristrutturazioni. Le loro competenze saranno limitate agli edifici fino a 5000 metri cubi, fino a tre piani fuori terra in zona non sismica e fino a due piani fuori terra in zona sismica.
È quanto propone il disegno di legge n. 1865 “Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23”. La prima firmataria dell’iniziativa legislativa è la senatrice arch. Simona Vicari (PdL).
Oltre a progetto architettonico e strutturale, collaudo statico e ristrutturazioni, saranno di competenza di geometri e periti:
- i calcoli statici, esclusi quelli di complessi di strutture organicamente e solidamente collegate e svolgenti una funzione statica unitaria, in conglomerato cementizio armato;
- la direzione lavori, la contabilità, la liquidazione e il collaudo amministrativo delle nuove costruzioni, l’ampliamento, la sopraelevazione, il recupero edilizio, il posizionamento interno ed esterno, con esclusione del dimensionamento, degli impianti tecnologici.
Geometri e periti potranno eseguire la progettazione architettonica ed il collaudo amministrativo anche di edifici superiori a 5000 mc e a prescindere dalla sismicità, se i calcoli statici delle opere strutturali sono eseguiti, su incarico del committente, da un altro tecnico abilitato. Allo stesso modo potranno eseguire, su qualsiasi edificio, interventi igienico-sanitari e funzionali, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia, purché non comportino interventi statico-strutturali su complessi di strutture in cemento armato.
Le competenze di geometri e periti verranno estese anche all'urbanistica: potranno infatti redigere piani di lottizzazione, entro il limite di superficie di un ettaro, e piani di recupero di edifici, entro i predetti limiti di cubatura e numeri di piani.
E ancora, potranno occuparsi di direzione dei cantieri, anche di prefabbricazione, di strutture in cemento armato e metalliche per ogni tipo di opera, estimo e amministrazione di condomini. Restano ferme le altre competenze professionali di geometri e dei periti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, prevenzione incendi, valutazione d’impatto ambientale, inquinamento acustico, rendimento energetico degli edifici.
Fondamentale è la norma transitoria che prevede che ai geometri e ai periti sia riconosciuta la competenza in edilizia - entro i predetti limiti (definiti dall’articolo 2) - solo dopo aver frequentato con profitto un corso di 120 ore in materia di rendimento energetico nell’edilizia.
La frequenza del corso sul rendimento energetico è richiesta anche ai geometri e ai periti industriali specializzati in edilizia e iscritti ai rispettivi albi professionali da almeno 10 anni, con la differenza che la competenza in edilizia che viene riconosciuta è soggetta ai limiti definiti dal comma 1 dell’articolo 2 (solo cubatura e numeri di piani).
I geometri e i periti industriali specializzati in edilizia ma iscritti all’albo da meno di 10 anni possono acquisire le stesse competenze dei colleghi più anziani ma solo dopo aver frequentato un corso sul rendimento energetico nell’edilizia, un corso sulle costruzioni in zona sismica e un corso in materia di valutazione ambientale strategica e di valutazione d’impatto ambientale.
L’ultimo articolo dispone che il periodo di pratica professionale duri due anni e sia retribuito con almeno 5.000 euro annui. Gli iscritti ai registri dei praticanti, per poter sostenere l’esame di abilitazione professionale, devono frequentare un corso di 120 ore in materia di rendimento energetico nell’edilizia.
La presentazione in Senato del ddl ha scatenato le proteste degli architetti.
Il GiArch, Coordinamento Nazionale dei Giovani Architetti Italiani, ha avviato una campagna di informazione finalizzata al ritiro del disegno di legge che - spiega in una nota – “si limita a specificare unicamente le competenze di due categorie professionali, lasciando irrisolte le questioni inerenti agli altri professionisti che operano nei processi edilizi (architetti, ingegneri civili, periti agrari, periti ed ingegneri elettrotecnici, impiantisti, conservatori, pianificatori, paesaggisti, etc.). Rafforza il ruolo e amplia le competenze di due categorie che talvolta non hanno le competenze necessarie in alcuni campi per la limitata formazione acquisita”.
Secondo il Movimento "Amate l’architettura", “i Geometri hanno utilizzato un architetto, la Senatrice Simona Vicari di Palermo, per presentare un disegno di Legge che spazza via definitivamente dall’Italia l’Architettura e gli architetti”. E aggiunge: “se passa per legge l’idea che il ‘progetto architettonico’ lo si può delegare ad un qualsiasi diplomato, l’Architettura non ha più valore”. Il Movimento, insieme con l’Associazione Spazi Contemporanei di Catania, ha lanciato una petizione contro il ddl 1865.
La protesta è anche su Facebook, dove è nato il gruppo “NOI diciamo NO al DDL 1865 presentato in Senato dalla Senatrice Simona Vicari”. Secondo la Federazione nazionale degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti, promotrice del gruppo, “sarebbe un passo legislativo gravissimo che getterebbe nel baratro più profondo la qualità e la nostra professione conquistata con tanta fatica e sacrificio, oltre che l’ultimo schiaffo alla nostra dignità professionale”.
Dal suo blog Simona Vicari ha risposto alle preoccupazioni degli architetti e degli ingegneri, precisando che il ddl “ha la presunzione di voler far luce su tutti quegli aspetti normativi che da troppo tempo oramai restavano sepolti nel cono d’ombra di regolamenti divenuti obsoleti. Fissa dei criteri specifici, non limita il campo di operatività di alcuno, semmai riduce la portata di eventuali invasioni di campo da parte di categorie professionali contigue”.
Il disegno di legge è stato assegnato alla Commissione Lavori pubblici del Senato il 22 dicembre 2009 ma non ha ancora iniziato l’iter approvativo.
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mercoledì 17 febbraio 2010
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