domenica 29 luglio 2012
piano casa regione Lazio approvate nuove modifiche lavori entro il 31 gennaio 2015
Ok al nuovo Piano Casa Lazio, lavori fino al 31 gennaio 2015
Rafforzato il ruolo del Min. Beni culturali per superare i contrasti sui vincoli paesaggistici
di Paola Mammarella
30/07/2012 - Nuove modifiche per il Piano Casa del Lazio. Dopo tre giornate di discussione, il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge consistente in un emendamento della Giunta interamente sostitutivo del testo precedente, che ha fatto decadere tutte le altre proposte di modifica.
Ma vediamo nel dettaglio in cosa consistono le modifiche, raccolte in una scheda di sintesi del Consiglio.
Il testo chiarisce innanzitutto che la legge regionale per il rilancio dell’edilizia ha validità fino al 31 gennaio 2015.
Nelle procedure per superare i contrasti sull’effettiva esistenza di un vincolo paesaggistico sugli edifici su cui si vuole intervenire, viene rafforzato il ruolo del ministero dei Beni culturali. Vengono inoltre eliminati i riferimenti alle concessioni in sanatoria ottenute tramite silenzio-assenso e specificata la necessità del nulla osta preventivo dell'ente gestore nel caso di interventi che ricadono in aree protette.
La nuova norma spiega inoltre che i programmi integrati di riqualificazione urbana e ambientale, previsti dal piano casa, sono interventi volti alla valorizzazione del territorio ed elimina la parte relativa alla possibilità di realizzare impianti sportivi nelle aree naturali protette.
Il testo approvato prevede che la Giunta emani un regolamento per disciplinar
Nella nuova legge sono inoltre presenti disposizione sui cambi di destinazione d’uso e sulle aree costiere liberate dai programmi di demolizione e ricostruzione, che devono essere destinate alla fruizione pubblica del litorale.
Come già spiegato dall’Assessore all’Urbanistica Luciano Ciocchetti, le nuove norme sono frutto di un accordo col Governo dopo l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale.
Rispondendo alle accuse dell’opposizione, secondo la quale le procedure con cui è stato approvato il maxiemendamento rappresentano una delegittimazione del Consiglio Regionale, Ciocchetti ha affermato che la democrazia richiede confronto, ma anche decisioni. Vista l’urgenza secondo Ciocchetti è stato più opportuno seguire questa strada piuttosto che esaminare gli oltre quattrocento emendamenti presentati.
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ristrutturazione e risparmio energetico il punto sui nuovi bonus
Ristrutturazioni e risparmio energetico, il punto sui nuovi bonus
Come calcolare le percentuali di detrazione sugli interventi a cavallo dei periodi di imposta
di Paola Mammarella
30/07/2012 - Mentre il decreto per lo sviluppo e la crescita passa all’esame del Senato, sembra definito il quadro delle detrazioni fiscali per chi intende riqualificare un immobile dal punto di vista edilizio o energetico.
RISTRUTTURAZIONI
Il decreto ha elevato dal 36% al 50% la percentuale di detrazione fiscale sulle spese per gli interventi di ristrutturazione e raddoppiato il tetto di spesa su cui calcolare l’agevolazione da 48 mila a 96 mila euro.
Si tratta di un incentivo agli investimenti privati, la cui portata si è erosa durante l’esame delle misure. In un primo momento si era infatti pensato di rendere stabile la detrazione al 50%. Successivamente i bonus maggiorati sono stati limitati alle ristrutturazioni effettuate entro il 31 dicembre 2014, per poi essere circoscritti ulteriormente alle spese per lavori sostenute entro il 30 giugno 2013.
Come calcolare le detrazioni
Il decreto sviluppo non ha fatto scomparire le detrazioni del 36%, che in alcuni casi restano valide per i lavori in corso al momento dell’approvazione della nuova norma.
Per capire quale percentuale di sconto applicare, soprattutto per quei lavori a cavallo tra vecchia e nuova normativa, bisogna considerare la data in cui è stato emesso il pagamento per gli interventi effettuati sull’immobile.
Nel periodo di imposta 2012, le spese sostenute fino al 25 giugno 2012 rientrano infatti nella vecchia normativa e usufruiscono della detrazione del 36%, con un tetto di spesa di 48 mila euro.
Le spese sostenute dal 26 giugno 2012, data di entrata in vigore del Decreto Sviluppo, al 30 giugno 2013, sono agevolate con una detrazione fiscale del 50% fino a un tetto di spesa di 96 mila euro. Da questo nuovo totale vanno però detratte le spese già sostenute in precedenza, che sono state agevolate col regime del 36%.
Nel periodo di imposta 2013, spetta la detrazione del 50%, con tetto di 96 mila euro, per le spese sostenute fino al 30 giugno 2013. Se i lavori non iniziano nel 2013, ma proseguono dall’anno precedente, bisognerà tenere presenti le spese già pagate, che concorrono al raggiungimento del tetto dei 96 mila euro.
Dopo il 30 giugno 2013 si torna automaticamente alla vecchia normativa. Significa che chi effettuerà spese dopo questa data potrà beneficiare della detrazione del 36%. Ma bisogna prestare attenzione ad un altro particolare. A scendere ai livelli originari non è solo la percentuale del bonus, ma anche il tetto di spesa, che torna quindi a 48 mila euro. Se i lavori proseguono dopo il 30 giugno 2013, ed è già stata spesa una cifra superiore a 48 mila euro, le ulteriori spese potrebbero non beneficiare di nessuna agevolazione.
RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE
Sono prorogate al 30 giugno 2013 le detrazioni del 55% sulle spese per gli interventi utili a conseguire il miglioramento energetico degli edifici.
Lo slittamento dei termini è una novità rispetto alle previsioni iniziali in base alle quali l’agevolazione doveva scendere al 50% dal primo gennaio 2013 al 30 giugno 2013.
Nel caso dei lavori per il risparmio energetico non sembrano quindi esserci dubbi sul calcolo della detrazione, perché si continuerà a beneficiare degli stessi bonus.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/07/normativa/ristrutturazioni-e-risparmio-energetico-il-punto-sui-nuovi-bonus_28901_15.html
lunedì 23 luglio 2012
prevenire effetti del terremoto: classificazione sismica dei comuni, piani di emergenza ed edifici antisismici
Geologi: dopo il sisma, necessario puntare sulla prevenzione
La prevenzione: classificazione sismica dei Comuni, edifici antisismici, piani di emergenza
di Rossella Calabrese
23/07/2012 - “Fare una completa ed esauriente classificazione sismica dei Comuni; costruire seguendo precise norme antisismiche; adottare comportamenti corretti e realizzare piani di emergenza comunali necessari per organizzare un tempestivo soccorso alla popolazione colpita”.
Sono queste le azioni di prevenzione del rischio sismico suggerite dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), Gianvito Graziano, e dai Presidenti dei Geologi dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia, Maurizio Zaghini, Paolo Spagna e Lamberto Griffini, in un comunicato stampa congiunto, a due mesi dalle scosse che hanno sconvolto il Nord Italia.
“Pur riconoscendo l’ovvia necessità di attuare un rapido ed efficace soccorso alle popolazioni colpite - affermano i presidenti - e di garantire la continuità di un importante tessuto produttivo del Paese che diversamente rischia seriamente di perdere competitività, ci aspettavamo dopo il terremoto una maggiore attenzione verso i problemi del sottosuolo, non solo delle strutture in elevazione, coerentemente con le dichiarazioni rese in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera. Invece, ancora una volta assistiamo alla resa dello Stato ai poteri forti e la totale miopia verso le reali esigenze della società civile e le più elementari regole di buon governo del territorio”.
I geologi ripercorrono gli eventi degli ultimi mesi, ricordando che “la crisi sismica iniziata nel mese di maggio 2012 e che ha interessato i territori e le popolazioni dell’Emilia, della Lombardia e del Veneto ci ha colti ancora una volta impreparati presentandoci il pesante conto fatto di vittime, disastri, ingenti danni ai centri storici, ai distretti produttivi, all’agricoltura, alle abitazioni mettendo a rischio lo stesso tessuto sociale ed economico di un ampio territorio che fino a poche settimane fa potevamo definire ricco ed avanzato”.
“L’urgenza di interventi strutturali - sottolineano i presidenti - che non comportino per le popolazioni colpite dal sisma di fine maggio ulteriori oneri in futuro, per soluzioni emergenziali che non corrispondono effettivamente alle necessità di una stabile ripartenza dell’economia, avrebbero dovuto comunque tenere conto delle risposte sismiche locali, coerentemente con la normativa tecnica vigente, e verificare l’esistenza di possibili rischi per fenomeni cosismici indotti.
La soluzione della certificazione geo-sismica locale da noi prospettata per i fabbricati dichiarati inagibili, che sarebbe passata attraverso la verifica delle condizioni geo-sismiche di ogni singolo fabbricato avrebbe maggiormente garantito gli interventi strutturali richiesti dal DL 74/2012, sia in fase provvisoria che definitiva. Ed è quanto ci viene chiesto dai Sindaci delle Amministrazioni locali, che sostenendo il primo impatto dell’emergenza hanno pienamente compreso l’importanza di una corretta politica di prevenzione del rischio sismico”.
“Con la conversione in legge di questo decreto (leggi tutto) si è nuovamente persa una occasione per garantire soluzioni coerenti e dare alle Amministrazioni locali gli strumenti per rispondere alle incessanti richieste di sicurezza da parte della popolazione. Sarebbe stato un esempio di buon governo che, una volta collaudato, poteva essere esportato anche verso le nuove costruzioni ponendo così le basi per una moderna e corretta politica urbanistica”.
“In questa ottica - sottolineano i presidenti -, gruppi di volontari coordinati dagli Ordini Regionali, si stanno proponendo in alcune realtà comunali maggiormente colpite dal terremoto adottando non solo edifici pubblici bisognosi di interventi consistenti e di verifiche, ma anche interi territori comunali allo scopo di fornire esempi di microzonazione sismica ed accertare la suscettibilità dei terreni ai cosiddetti effetti cosismici, particolarmente pericolosi, allo scopo di fornire uno strumento di governo del territorio più efficace, soprattutto nell’orientare le future scelte urbanistiche”.
Secondo i Geologi, è strategico già in questo momento non sottovalutare i costi e le complessità della successiva messa in sicurezza degli edifici, tenendo conto delle effettive caratteristiche di risposta sismica dei suoli intimamente connesse con le caratteristiche geomorfologiche, geologiche e geotecniche locali. “Insomma - concludono i presidenti -, com’è possibile attuare una corretta mitigazione del rischio senza tenere conto del fenomeno naturale che lo causa? E ancora, perchè rischiare di trovarsi in futuro ancora una volta impreparati? L’urgenza non può ancora una volta costituire l’alibi per soluzioni che poco hanno a che vedere con la sicurezza e la pubblica incolumità”.
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sentenza corte di Cassazione come attribuire la rendita catastale
Per la rendita catastale fondamentali tessuto urbano e servizi
Cassazione: necessario indicare le caratteristiche dell’immobile, non solo la zona in cui si trova
di Paola Mammarella
23/07/2012 - Per l’attribuzione o la modifica della rendita catastale bisogna fare riferimento al tessuto urbano in cui è situato l’immobile, ai servizi disponibili e allo stato di conservazione dell’edificio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 9113/2012, con cui è stato chiarito che non è sufficiente indicare in modo generico la zona in cui l’immobile si trova, ma bisogna indicarne anche le caratteristiche.
La Cassazione ha esaminato il caso di un immobile al quale era stata attribuita una rendita dalla Commissione regionale solo sulla base della sua ubicazione centrale. La Commissione non aveva preso in considerazioni altri elementi, che secondo la Cassazione sono invece importanti per tracciare un quadro complessivo della situazione del fabbricato.
Dal momento che era stato anche accertato lo stato di degrado del fabbricato, il suo saggio di fruttuosità era stato abbassato dal 2% all’1,5%. Una scelta che la Cassazione ha giudicato illogica ricordando che non è ammesso nessun potere discrezionale sull’individuazione del tasso di interesse da applicare al capitale fondiario, ma ci si deve rifare ai moltiplicatori previsti dalle normative in vigore.
Ricordiamo che ormai da tempo è in fase di definizione la riforma del Catasto, che consentirà di determinare le rendite in modo più semplice e oggettivo, allineandosi ai valori di mercato.
Nel nuovo sistema, il valore patrimoniale medio per le unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria sarà basato sul metro quadro e funzioni statiche per esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale.
(riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2012/07/normativa/per-la-rendita-catastale-fondamentali-tessuto-urbano-e-servizi_28750_15.html
proroga accatastamenti fabbricati fantasma dal 31 agosto
mobilitazionegeometri
Il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha richiesto di proroga del termine di scadenza per l'accatastamento dei Fabbricati "nascosti" di cui all'art. 11, comma 7 del D.L. 2 marzo 2012 n° 16 (Legge 26.04.2012 n° 44), stabilito per il prossimo 31 agosto e già identificati e per i quali l'Agenzia del Territorio ha anche attribuito la prevista rendita presunta.
Abbiamo avviato una raccolta di firme per sostenere la richiesta del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e ti chiediamo di sottoscrivere la petizione on line al seguente link:
http://www.petizioni24.com/proroga_termine_scadenza_accatastamento_fabbricati_nascosti
TI INVITIAMO A INVIARE LA PRESENTE EMAIL AI TUOI COLLEGHI E RAPPRESENTANTI DI CATEGORIA E AI TUOI CLIENTI AMICI E CONOSCENTI PER OTTENERE IL MAGGIOR NUMERO DI FIRME A SOSTEGNO DI QUESTA RICHIESTA MOLTO IMPORTANTE PER GLI INTERESSI DELLA NOSTRA CATEGORIA E DEI NOSTRI COMMITTENTI.
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